REGGIO EMILIA – E’ stata davvero importante la risposta dei reggiani all’appello di Avis affinché si continuasse a donare sangue. Ora, però, che le operazioni chirurgiche non in emergenza sono sospese, la necessità è diminuita e
l’Avis provinciale sta riorganizzando le donazioni.
“La risposta è stata enorme – le parole di Luigi Zannini, presidente di Avis Reggio Emilia – che dimostra la grande sensibilità dei reggiani. Parliamo di 400 persone in 15 giorni, quando normalmente sono una ventina le persone che chiamano al mese per diventare donatori e fare gli esami di idoneità”.
Si era verificato, infatti, un calo delle donazioni del 10-15%, probabilmente per paura del contagio. Alla Casa del Dono di Reggio Emilia è stato allestito un punto triage all’ingresso per misurare la temperatura e all’interno delle sale è mantenuta la distanza tra le persone. In questi giorni non sono mai mancati i donatori, anzi. Ora molti sono invitati ad attendere perché il fabbisogno di sangue è diminuito.
“La chiusura delle sale operatorie per interventi non in emergenza ha ridotto le trasfusioni del 35-40% – ha spiegato Roberto Baricchi, direttore di Medicina trasfusionale dell’Ausl di Reggio – e i provvedimenti adottati hanno ridotto anche gli eventi traumatici in strada”. Ecco perché, ora, molte donazioni di sangue intero programmate vengono rinviate.
Resta comunque alto il fabbisogno di plasma e piastrine. Nelle prossime settimane verranno eseguiti gli esami di idoneità a chi per la prima volta ha deciso di donare, in modo che quando ricominceranno gli interventi chirurgici programmati la disponibilità resti alta. Inoltre, sul nostro territorio è in corso una sperimentazione: “Faremo test sia su pazienti che su donatori, persone asintomatiche, per vedere se hanno gli anticorpi nel sangue”, ha concluso Baricchi.
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