CORREGGIO (Reggio Emilia) – Se l’azienda cresce e fa utili, devono crescere anche i salari e le condizioni contrattuali dei lavoratori. Questo in estrema sintesi il senso della protesta che stanno conducendo i lavoratori della Nexion Ex Corghi, tra i gruppi leader a livello mondiale nel settore auto-motive. Gli operai guidati dalla Fiom Cgil hanno dato vita a un corteo per le vie di Correggio fino ai cancelli dell’azienda
“Con il passare delle settimane la percezione dei lavoratori è che forse in gioco non ci sia soltanto il rinnovo del contratto aziendale – spiega Davide Mariotti (Fiom Cgil) – perché non è comprensibile una così forte contrapposizione da parte dei vertici Nexion. Si spera di non essere di fronte al tentativo di ridisegnare i rapporti di forza tra sindacato e azienda; i corretti rapporti sindacali che per decenni hanno contraddistinto le relazioni sindacali alla Nexion hanno sempre permesso di raggiungere intese ragionevoli e di soddisfazione reciproca ed hanno sostenuto fortemente la crescita di questa azienda. Non vorremmo – continua il sindacalista delle tute blu – che fossimo di fronte ad una svolta storica, speriamo di essere smentiti dalla responsabilità aziendale”.
A portare la propria solidarietà ai lavoratori la neo parlamentare ed ex sindaco di Correggio Ilenia Malavasi. “Questa è una azienda molto importante, crediamo che le richieste dei lavoratori debbano essere ascoltate, il dialogo fino a oggi forse è stato un po’ carente”.
La Nexion ex Corghi conta oggi 620 dipendenti diretti. Gli utili sono passati dagli oltre 4 milioni del 2016 agli oltre 12 milioni del 2021. A sostegno delle famiglie degli operai, per far fronte alle conseguenze delle oltre 60 ore di sciopero finora effettuate, è stata attivata una cassa di resistenza: più di 2mila Euro la somma raccolta nel fine settimana alla Fiera di Correggio grazie alla generosità della popolazione.
Reggio Emilia Correggio sciopero lavoratori operai contratto fiom cgil manifestazione Corghi NexionLa classe operaia non va in paradiso: scontro tra Cgil e Unindustria. VIDEO










