REGGIO EMILIA – Immagini delle telecamere di videosorveglianza guardate e riguardate. Le auto assaltate sottoposte ad analisi scientifiche a caccia di impronte. Testimoni ascoltati più volte ad incominciare dalla 44enne che era al volante delle propria Panda e che, ferma al semaforo, è stata aggredita nel tentativo di farla scendere dalla vettura.
Proseguono senza sosta le indagini della Squadra Mobile della Questura, coordinate dalla Procura di Reggio, su quanto avvenuto all’alba di mercoledì scorso lungo la via Emilia a Pieve quando quattro individui, di giovane età, in fuga con ogni probabilità dopo un incidente hanno prima fermato un automobilista in transito all’altezza del ristorante Giusto Spirito requisendogli il mezzo e poi poco più avanti verso la città, hanno abbandonato quella vettura per tentare di sottrarne un’altra, senza però riuscirvi, per poi far perdere le proprie tracce a piedi con la complicità del buio.
Tra gli inquirenti sembra trapelare una certa fiducia sulla possibilità di risalire alla banda, ma si tratta di una indagine complessa, è bene sottolinearlo. I malviventi hanno agito in maniera spregiudicata, forse consapevoli del fatto che anche se ripresi in volto dalle telecamere sarebbe stato difficile poi individuarli una volta fuggiti. Ma da chi e da cosa scappavano? Questo resta un mistero.
Certo è che l’episodio ha scioccato la città e per modalità ha fatto pensare ad altri contesti sociali. Vi mostriamo ad esempio le immagini, riprese da un automobilista con il cellulare, nelle scorse settimane hanno fatto il giro del web e si riferiscono ad una rapina ad un’auto in transito lungo la tangenziale di Napoli. A Reggio di un’azione così non si ha memoria. Da parte degli inquirenti che lavorano con il massimo riserbo, l’impegno in questo ore è meticoloso per cercare di risolvere il giallo della via Emilia.
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