REGGIO EMILIA – Svolta nelle indagini sugli incendi di auto in centro città. Sono state arrestate due persone, l’obiettivo era l’auto di una famiglia presa di mira. La benzina usata per l’incendio presa in un distributore da uno dei due che si muoveva con monopattino e ripreso dalle telecamere.
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L’esecutore materiale e il mandante. Sarebbero loro i responsabili, con ruoli diversi, dell’ incendio doloso di auto del 9 novembre scorso in pieno centro storico. Si tratta di un 55enne reggiano, ritenuto l’esecutore materiale, con precedente per droga che risale agli anni ’90, e di un 48enne, anch’egli reggiano e incensurato, considerato il mandante del rogo. Devono rispondere di incendio doloso in concorso fra loro. Entrambi sono ai domiciliari dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Reggio Emilia, Dario De Luca.
Il movente è punto centrale di questa storia, non un’auto a caso ma il mezzo da bruciare doveva essere di quel proprietario e di quella famiglia perché tutto sarebbe nato da dissidi di natura sentimentale tra il mandante quel nucleo familiare. E mentre l’ideatore si era costruito un alibi al di sopra di ogni sospetto, l’esecutore era invece sfilato sotto tutte le telecamere della zona da quando, a bordo di un monopattino preso a noleggio era arrivato in un distributore dove aveva riempito di benzina un contenitore sino al momento in cui aveva appiccato le fiamme che poi avevano danneggiato altri cinque veicoli.
Dall’analisi delle telefonate e dei messaggi il collegamento tra i due arrestati che frequentavano la stessa palestra dove avevano conosciuto anche le vittime.
Il questore Giuseppe Ferrari si è complimentato con i suoi uomini, per aver brillantemente concluso una delicata indagine, che ha permesso di fare piena luce su un grave fatto di cronaca.
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