REGGIO EMILIA – “Tutto indurrebbe a pensare che sia stata una bravata“, le parole del questore Giuseppe Maggese. Una bravata, dunque, non un’azione criminale organizzata. Una follia messa in atto da due cani sciolti che hanno perso la testa. Così la questura cataloga il fatto che, avvenuto all’alba di mercoledì 9 ottobre lungo la via Emilia a Pieve, aveva sconvolto la città.
Dopo due settimane di indagini, gli uomini della squadra mobile sono riusciti ad arrestare due giovani, entrambi ventenni e residenti a Reggio. Si tratta di un italiano incensurato e di un albanese con precedenti per furti. Al fatto non hanno partecipato complici: una testimone aveva riferito di avere visto quattro uomini, ma in realtà la sua versione dettata con ogni probabilità da uno stato di choc emotivo, non ha trovato riscontri.
I due arrestati avrebbero trascorso quella notte in un locale in zona Cella, poi prima delle 5 a bordo di una Fiat Punto risultata rubata, lungo la via Emilia all’incrocio con via Marx avevano provocato un incidente coinvolgendo un’altra auto: si erano allontanati a piedi fermando poco dopo una vettura in transito, costringendo il conducente a uscire e impossessandosene. Più avanti, in direzione città, avevano abbandonato quel mezzo per cercare di impadronirsi di un altro veicolo fermo a un semaforo: in quel frangente avevano aggredito la donna al volante scaraventandola per terra, la reazione della malcapitata 44enne e il sopraggiungere di altre auto, avevano però fatto desistere i due che erano fuggiti di corsa facendo perdere le proprie tracce.
Ma come sono giunti gli investigatori ai due ragazzi? “E’ stata una indagine condotta attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza, le testimonianze e la conoscenza del territorio”, ha spigato il dirigente della squadra mobile, Andrea Napoli. Non è escluso che i due arrestati al momento dell’assalto alle auto fossero sotto l’effetto di stupefacenti.
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