REGGIO EMILIA – Sul reclutamento di autisti a gettone da parte di Seta tramite una agenzia di lavoro interinale ad Avellino interviene Azione. “Quanti sono gli autisti in servizio, quali sono i costi dell’Academy e quanti gli autisti che a fronte del percorso di formazione sono ancora in organico dopo un anno? Qual è il costo relativo all’utilizzo di autisti gettonisti? Quali servizi sono in appalto e subappalto? Con che esiti sul fruitore e con che tutele e garanzie sulla forza lavoro?”. Le domande poste dal presidente regionale Claudio Guidetti e dal segretario cittadino Lorenzo Buffagni.
E ancora: “Crediamo infine che non sia più il tempo della delega in bianco. Le Amministrazioni pubbliche devono tornare a riappropriarsi del loro ruolo in termini di stimolo, controllo e verifica dell’operato delle partecipate. Così come richiamato ultimamente dalla Corte dei Conti con il suo dispositivo che abbiamo avuto la possibilità di leggere nel dettaglio non senza una certa sorpresa. Il richiamo della Corte dei conti nella fattispecie deve costituire uno sprone per i soci pubblici che ricordiamo devono avere come obiettivo prioritario l’interesse pubblico. E per farlo devono avere la capacità di controllare in modo puntuale la società e il servizio erogato. In sostanza conoscerne bene lo stato di salute. Oltre a garantire, così come richiesto da tutte le sigle sindacali, parità di trattamento e di tutele per i lavoratori della società e delle aziende collegate che erogano servizi appaltati”.
Sul tema poi della richiesta di aumentare le tariffe dei biglietti nel 2025, “si rimanda ad accordi presi nel 2023, non tenendo in considerazione però il fatto che non è stato raggiunto nemmeno il livello delle corse del 2024, anno che passerà alla storia del nostro trasporto pubblico come l’annus horribilis. E senza nemmeno dettagliare come verranno reinvestite queste nuove entrate in termini di efficientamento del servizio. Risulta quindi difficile comprendere l’atteggiamento di chi ha deleghe “operative” e che continua a mantenere una atteggiamento di non chiarezza anche sulle questioni basilari che hanno un impatto sui fruitori del servizio e cioè sui nostri cittadini. Vogliamo infatti ricordare che parliamo di un servizio pubblico, gestito a maggioranza da soci pubblici e che utilizza soldi pubblici. Questi presupposti dovrebbero bastare a rendere obbligatoria una gestione cristallina e con dati facilmente rintracciabili. E invece ancora troppe cose non si conoscono”.
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