SCANDIANO (Reggio Emilia) – Non c’era nessuna ragione perché l’ausiliario che mercoledì aveva iniziato a lavorare all’asilo nido “Leoni”, venisse cacciato dopo appena due ore. Ne è convinto l’avvocato Andrea Davoli, dello studio legale Mescoli e Davoli, che difende il 60enne rimosso dall’incarico appena avuto in seguito al post su Facebook di una cittadina in cui si ricordava il suo coinvolgimento in un’inchiesta per pedopornografia online in un’inchiesta della procura di Siracusa del 2008.
L’avvocato esprime “sconcerto e indignazione” per le dichiarazioni alla stampa del sindaco Matteo Nasciuti: “Fatta eccezione per un unico procedimento assai datato estinto per prescrizione – sottolinea Davoli – il mio assistito non è stato indagato né tantomeno coinvolto in alcuna vicenda relativa a minori. Invece, il Comune di Scandiano lo ha di fatto indicato come pedofilo non basandosi su atti ufficiali, ma prestando fede a voci di paese, addirittura a messaggi via chat”.
A onor del vero, va detto che nelle sue dichiarazioni Nasciuti non ha mai indicato l’uomo come pedofilo. Secondo il legale, l’amministrazione avrebbe dovuto verificare con maggior attenzione se il suo assistito avesse avuto condanne, scontato le relative pene e se sussistessero motivi per limitarne la libertà personale. A suo giudizio tutto ciò mercoledì scorso non sarebbe avvenuto. L’amministrazione comunale, ricostruendo l’episodio in un comunicato stampa, ha evidenziato come l’ausiliario, invitato a un chiarimento ufficiale, lo abbia rifiutato. C’è in ogni caso da considerare la difficoltà di affrontare tempestivamente simili situazioni, nelle quali è necessario gestire la preoccupazione dei genitori.
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