REGGIO EMILIA – “L’aumento della cedolare sugli affitti turistici è un brutto segnale, ma a Reggio peserà poco”, così la presidente di Confedilizia Anna Maria Terenziani che sulla base dei dati sugli sfratti diffusi dal Ministero dell’Interno sottolinea come il fenomeno delle locazioni brevi al posto di quelle tradizionali è un fenomeno che non riguarda la nostra provincia.
A chiarire questo concetto, secondo Confedilizia, sono proprio i dati sui provvedimenti di sfratto emessi negli ultimi dieci anni, da cui emerge a Reggio i proprietari mandano via i conduttori quasi esclusivamente per morosità o inadempimento contrattuale. Addirittura nell’ultimo triennio siamo alla totalità dei casi.
I proprietari di casa reggiani, insomma, continuano a preferire l’affitto tradizionale, meglio se a canone concordato per i benefici fiscali, in particolare la cedolare secca al 10% e l’imu ridotta. Resta il problema della difficoltà di trovare case in affitto a prezzi sostenibili per molte categorie in particolare del pubblico impiego, ma questo è un fenomeno direttamente collegato anche alle dinamiche degli stipendi e al potere d’acquisto.
Dai dati del Ministero emergono però numeri confortanti sulla drammatica questione sociale degli sfratti, che come detto a Reggio sono quasi totalmente per morosità. Nella nostra provincia erano stati 864 nel 2013 con 2772 richieste di esecuzione, da allora è iniziato un costante calo fino ai 248 provvedimenti dell’anno scorso, 115 nel capoluogo, con 875 richieste.
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