REGGIO EMILIA – Sono giornate incandescenti per la sanità pubblica locale. Al primo punto la nomina del nuovo direttore generale dell’Ausl, successore di Cristina Marchesi scelta che è prioritaria nell’agenda del Presidente regionale De Pascale e dell’Assessore Fabi. La stessa Marchesi interpellata da Tg Reggio conferma che dal 31 gennaio non sarà più in servizio, andrà in pensione in questi giorni è già impegnata a liberare l’ufficio.
Dunque la regione avrebbe tutta l’intenzione di chiudere questa complessa partita dei direttori generali delle Ausl e degli ospedali, almeno una decina, in tempi rapidi.
Non l’unica scelta. In discussione anche la revisione del progetto Cau, 3 quelli già attivi a Reggio, Correggio e Scandiano. La loro efficacia è sotto la lente della Regione che sarebbe intenzionata a superare il modello integrandoli con le Aft, aggregazioni funzionali territoriali, previste dalla normativa nazionale e composte da medici di famiglia pediatri e medici reperibili 24 ore su 24. Un’orizzonte che non dispiace alle associazioni mediche da sempre piuttosto critiche verso i Cau.
Un altro tema caldissimo riguarda il fronte sindacale. E’ saltata in queste ore a Roma la firma per il contratto nazionale del comparto sanità. Interessati nel reggiano 5.500 lavoratori tra infermieri e Oss. La piattaforma prevedeva un aumento di 172 euro lordi mensili e una serie di tutele contro le aggressioni. Il contratto è scaduto nel 2021 ma il fronte sindacale si è spaccato. Furente la Cisl tra le promotrici dell’accordo che si scaglia contro le sigle che hanno deciso di non firmare.
“Cgil Funzione Pubblica, Uil Funzione Pubblica Fpl e Nursing Up- spiega Gennaro Ferrara segretario generale Fp Cisl Emilia – hanno esposto ragioni che noi rigettiamo semplicemente perchè le consideriamo polemiche sterili. E’ sotto gli occhi di tutti – aggiunge Ferrara – vista la situazione inflattiva attuale, che le famiglie hanno bisogno di risposte economiche. La politica deve fare la politica mentre il sindacato deve fare il sindacato, noi in questo momento siamo veramente imbarazzati perchè ci troviamo davanti ad una situazione storica e si è scritta una pagina bruttissima di quello che è il sindacato”.
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