REGGIO EMILIA – I ricongiungimenti famigliari? Restano una nota dolente per l’ufficio immigrazione della Prefettura di Reggio. Il nostro Tg aveva sollevato il caso a inizio dello scorso mese di novembre riferendo di come ci fossero pratiche bloccate da circa due anni a fronte di una normativa che indica in 90 giorni il tempo massimo per il rilascio del nulla osta. A riproporre con forza la questione è un’avvocato con studio a Castelnovo Monti, che assiste una cittadina 35enne di origine africana, da molti anni residente nella nostra provincia, la cui domanda per far arrivare il proprio figlio di 9 anni qui con lei, presentata un anno fa, non ha ancora avuto risposta.
“La mia assistita – riferisce l’avvocato Stefania Beretti – ha presentato domanda nel maggio di un anno fa”.
Un ritardo che l’avvocato definisce inaccettabile anche perché la documentazione presentata risulta del tutto regolare: “La domanda è regolare e completa”.
Quali le alternative allora? “Cambiare provincia di residenza perché altrove i tempi vengono rispettati o anticipati, oppure rivolgersi all’autorità giudiziaria, con costi però che risultano molto onerosi”.
I ritardi implicano inevitabilmente pesanti ripercussioni sulla vita delle persone coinvolte: “La mia assistita – racconta la legale – è costretta a spendere soldi per biglietti aerei e raggiungere il proprio Paese per incontrare il figlio oppure a inviare soldi per pagare gli studi”.
I ritardi – aveva ammesso la Prefettura nei mesi scorsi – erano dovuti a carenze di personale. Negli ultimi mesi sono arrivate nuove risorse, ma evidentemente la mole di arretrati non consente ancora un cambio di passo evidente.
Reggio Emilia prefettura reggio emilia Castelnovo Monti burocrazia ritardi ricongiungimenti famigliari Stefania Beretti avvocatoRicongiungimento famigliare: a Reggio pratiche bloccate da due anni. VIDEO












