REGGIO EMILIA – Il neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha già più volte dichiarato pubblicamente di non voler toccare la legge 194, che dal 1978 consente e disciplina in Italia l’interruzione di gravidanza. Nel contempo però tre disegni di legge presentati dalla maggioranza in questo inizio legislatura minano – secondo la Cigil – quei diritti che la stessa legge sancisce. Il primo è quello presentato dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che punta a modificare l’articolo 1 del Codice civile riconoscendo la “capacità giuridica del concepito”.
“Di fatto rende la scelta un omicidio e non una scelta libera”, sottolinea Elena Strozzi della segreteria Cgil di Reggio Emilia.
Il testo – già definito da più parti “antiabortista” – sarebbe aggravato dall’altro, sempre a prima firma Gasparri, con il quale si propone di istituire la “Giornata del nascituro”. Infine, il terzo disegno di legge è stato depositato dal senatore della Lega Massimiliano Romeo e punta ad esempio a riformare i consultori per “assicurare la tutela della vita umana fin dal suo concepimento”. Secondo la Cgil invece si deve andare nella direzione opposta: anche a livello locale si deve garantire che in ogni distretto ci siano medici non obiettori.
“Agiremo con gli enti locali per potenziare i consultori cercando di vigilare che la legge 194 venga applicata anche a livello territoriale”.
Di pari passo con una scelta libera – conclude Strozzi – ci devono essere anche le opportunità che consentano a una donna di poter portare avanti la gravidanza se lo desidera, con aiuti dalla rete del welfare e sul piano lavorativo. “I dati ci dicono che c’è ancora una grande precarietà e per il 70% dei part time involontari sono di donne”.












