REGGIO EMILIA – Nell’analisi dei dati Istat del quotidiano economico ‘Il sole 24ore’ Reggio è 26esima nella classifica delle città dove è più forte la denatalità. Le nascite sono diminute nella nostra provincia di oltre il 30% in 20 anni. Tra le politiche di contrasto alla denatalità che l’Italia ha messo in campo c’è l’assegno unico per le famiglie con figli. Uno strumento che entrerà in vigore a inizio marzo ma che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Dal primo marzo circa 2 milioni e 200 mila famiglie italiane vedranno azzerarsi in busta paga le detrazioni per i figli e gli assegni famigliari. E’ il primo vero effetto dell’entrata in vigore dell’assegno unico universale. Ad una platea ben più ampia, le stime parlano di circa 8-10 milioni di persone, arriverà poi l’assegno erogato direttamente dall’Inps con un bonifico. Ma i tempi sono ancora incerti. L’ente si è preso 60gg di tempo per la liquidazione. Secondo la Cisl la misura coinvolgerà oltre 110.000 persone in provincia di Reggio Emilia. Così anche nella nostra provincia è iniziata la corsa alle domande nei patronati.
“Abbiamo iniziato da un paio di settimane – spiega Lorenzo Bonini, responsabile patronato Inas Cisl di Reggio -, abbiamo già oltre 350 istanze avviate e fino alla fine di marzo abbiamo le agende piene sia per Isee sia per la presentazione dell’assegno”. Per avere gli arretrati c’è tempo comunque fino al 30 giugno. E c’è la possibilità anche di presentare la domanda online sul portale dell’Inps. “Voglio tranquillizzare i reggiani – dice Bonini – chi presenta la domanda fino al 30 giugno riceverà gli arretrati da marzo.
L’assegno unico sarà modulato in base alla situazione economica della famiglia e al numero di figli a carico. L’importo massimo è di 175 euro per figli minorenni, con un Isee 2022 fino a 15 mila euro. Se l’Isee è più alto, l’assegno si riduce progressivamente fino a 50 euro. Il contributo spetta per tutti i figli a carico fino ai 21 anni con determinate condizioni, ad esempio studenti o che svolgono servizio civile.
La nuova misura, sicuramente più equa perchè include anche lavoratori autonomi e chi percepisce i reddito di cittadinanza, potrebbe però per molte famiglie significare contributi inferiori a quelli percepiti fino ad ora. Lo dicono le simulazioni svolte dagli stessi sindacati. Ma se ne avrà contezza solo quando arriveranno i primi assegni.
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