REGGIO EMILIA – In attesa dei decreti attuativi sul decreto che ha istituito l’assegno unico per i figli, la Cisl Emilia Centrale ha elaborato una prima analisi sugli importi della misura che, modulata in base all’Isee, riguarda oltre 110mila persone in provincia.
“L’assegno unico – spiega Rosamaria Papaleo, segretaria di Cisl Emilia Centrale – fa parte del Family Act e consiste in un credito di imposta o in un assegno mensile di circa 250 euro medi riconosciuti per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza fino al 21° anno di età (se studente o disoccupato). Si tratta di una misura universale, perché arriverà a tutte le famiglie, compresi lavoratori autonomi, incapienti, titolari di reddito di cittadinanza o altri sussidi e partite iva finora esclusi dalle altre misure; sarà unico perché sostituirà e unificherà una serie di misure indirizzate attualmente alle famiglie: assegni famigliari, detrazioni figli a carico, fondo sostegno alla natalità, bonus bebè, premio alla nascita o all’adozione”.
L’ammontare “sarà modulato in base all’Isee, cioè all’indicatore della situazione economica equivalente e alla numerosità del nucleo familiare, pertanto sarà maggiorato dal terzo figlio in poi e sarà sempre maggiorato di un’aliquota che va dal 30% al 50% in caso di figli con disabilità. Allo stato attuale, però, mancano i decreti delegati che dovrebbero essere emanati in tempo per l’attivazione dell’assegno fissata per il primo luglio di quest’anno”.
Secondo alcune analisi, “la riforma dell’assegno unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie (soprattutto gli autonomi che non percepiscono gli assegni familiari) e per i redditi molto bassi. Per un terzo di nuclei si potrebbe assistere invece a una riduzione a livello di aiuti, un dato che dovremo monitorare con attenzione. Solo per 2% circa delle famiglie non cambierebbe nulla”.
Per la Papaleo, “l’istituzione di questo assegno e, in generale, i provvedimenti contenuti nel Family Act sono dei tasselli importanti verso il sostegno della genitorialità. In particolare, rappresentano degli strumenti a sostegno della natalità che, purtroppo, presenta ogni anno un saldo negativo, aggravato anche dalla pandemia. Ma sono anche strumenti di promozione dell’occupazione, in particolare quella femminile. Come Cisl siamo soddisfatti non solo perché abbiamo a cuore questi temi ma perché la parternità di questa misura è da attribuirsi a Ermanno Gorrieri, storico sindacalista Cisl. Vigileremo sulla sua corretta attuazione”.
La Cisl Emilia Centrale ha tuttavia concluso sostenendo che “le somme messe a disposizione (20 miliardi di euro per il prossimo triennio) potrebbero non essere sufficienti per garantire a tutti i 250 euro medi mensili previsti per l’assegno. Da calcoli effettuati, più di un milione di famiglie di lavoratori dipendenti potrebbero avere delle perdite rispetto alle agevolazioni attualmente percepite, tra cui le famiglie molto numerose e con minori e disabili adulti ora beneficiarie di rilevanti maggiorazioni negli Anf (assegni al nucleo familiare). Si tratta di oltre 30mila giovani su Reggio Emilia. Già in sede di audizione parlamentare, la Cisl ha avvertito di questo pericolo e ci auguriamo che si trovi una soluzione entro il 30 giugno”.