REGGIO EMILIA – “Escher ha approcciato dei problemi di geometria in maniera diversa rispetto ai matematici, attraverso la grafica, ma è arrivato ad avere le stesse intuizioni e gli stessi risultati. Le intuizioni grafiche di Escher possono essere trasformate in teoremi e congetture matematiche”. Così Federico Giudiceandrea, collezionista di Escher.
La matematica e i suoi legami con l’arte. E poi le interazioni con l’architettura e l’astronomia. Su questo si sono confrontati esperti internazionali, che ne hanno parlato anche al convegno organizzato per la città in occasione dei 25 anni dalla nascita della sede reggiana dell’università, e dei 70 anni del suo primo prorettore, Luigi Grasselli, docente di geometria al dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria.
“Per inserire all’interno del 25° dell’ateneo anche un momento dedicato al territorio e alle ricadute della ricerca, che può sembrare una cosa per specialisti e alle sue applicazioni. Abbiamo incontrato chi ci ha parlato degli aspetti della topologia alla intelligenza artificiale, di cui si parla tanto”, spiega Maria Rita Casali, presidente del comitato organizzatore.
Dalla figura rinascimentale dell’artista scienziato alle stelle della notte dipinta da Van Gogh per arrivare a chiedersi, come si è chiesto il fisico Enrico Fermi: “Dove sono tutti?”. Cosa sappiamo cioè della vita nell’universo. “Per il momento nulla, però sappiamo anche cosa dobbiamo fare e che cosa non abbiamo ancora fatto e di cosa dobbiamo tener conto per fare la nostra ricerca”, risponde l’astrofisico Inaf Roberto Orosei.
E un altro modo di viaggiare. “Le decorazioni dell’Alahmbra di Granada hanno affascinato per anni i matematici perché hanno una simmetria che è molto ricca. Hanno specifiche caratteristiche matematiche e introducono concetti molto più profondi. Per questo l’Alahambra è un punto di riferimento anche per la fisica e per tutte le scienze”, chiosa Antonio Felix Costa, docente della Universidad Nacional de Educación a Distancia di Madrid.
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