REGGIO EMILIA – Quarta e ultima tappa di “Oltre”, rassegna di appuntamenti culturali ad accesso libero in programma tutti i sabati di ottobre al Cimitero monumentale, promossa dal Comune in collaborazione con l’Associazione Culturale Cinqueminuti per offrire l’opportunità di vivere il cimitero non solo come luogo di memoria ma anche di arte, cultura e identità collettiva.
Sabato 29 ottobre alle 17 l’appuntamento è con “Presenze”, spettacolo teatrale romantico e gotico a cura della compagnia Il Fortunale, per la regia di Guglielmo Del Sante. L’organizzazione e coreografia sono a cura di Angela Crescente, i costumi di Elisa Zarotti e il trucco è affidato a Lucia Testa. In scena ci saranno Fabio Menis, Michela Rivetti, Lisa Torelli, Elisabetta Tagliati, Gioachino Cancemi, Davide Nizzoli, Maddalena Barbieri Manodori, Rebecca Frignoli ed Elizangela Torricelli. Ingresso da via Guido da Baiso.
Lo spettacolo sarà preceduto dalle visite guidate del cimitero monumentale (ore 15 e 16) a cura della professoressa e guida turistica Donatella Jager Bedogni, con partenza dal cancello di via Beretti. I volontari del Centro Sociale Gattaglio guideranno il pubblico alla scoperta di una storia di oltre due secoli e delle donne e uomini illustri e degni che hanno trovato sepoltura a Reggio. Si potrà proseguire la serata nel quartiere con l’aperitivo e le attività culturali proposte dal vicino centro sociale.
«“Oltre” è un passo importante per la valorizzazione del nostro Cimitero monumentale – spiega Lanfranco de Franco, assessore all’Anagrafe e allo Stato civile con delega ai Servizi cimiteriali – un grande patrimonio storico e architettonico molto amato dai cittadini, che vogliamo rilanciare come luogo di bellezza e cultura, coinvolgendo le comunità di riferimento. La proposta si inserisce nell’ambito di una riqualificazione dell’area, che sorge in un quartiere vivace come il Gattaglio. Contestualmente stiamo lavorando a progetti che consentiranno di sistemare le tombe abbandonate, per rendere il cimitero un luogo attrattivo sia sotto il profilo estetico sia per la frequentazione anche di chi non va a trovare i propri cari. La sfida è riscoprirne la funzione sociale e culturale collettiva, come luogo di incontro, conoscenza e scambio tra culture e generazioni».












