REGGIO EMILIA – Nella nostra provincia si contano 44 istituti comprensivi e 21 scuole superiori. Ognuna di queste realtà corrisponde a un’autonomia scolastica alla guida della quale è assegnato un dirigente.
Conosciuti un tempo come presidi, 9 di loro sul nostro territorio fanno da reggenti. Si occupano cioè di un secondo istituto oltre che di quello di cui sono titolari. In due casi, ovvero il “Secchi” e il comprensivo Villa Minozzo, il reggente è dovuto a un quantitativo di iscritti insufficiente a far scattare la nomina di un preside. Negli altri 7 casi si tratta di posti scoperti per via di pensionamenti, che non sono stati rimpiazzati in quanto le graduatorie sono esaurite in attesa degli imminenti concorsi.
Nel frattempo, sta per muovere i primi passi il provvedimento, previsto dalla legge di Stabilità, che eleva a 900 il numero minimo di studenti per mantenere in vita un istituto. Al netto delle deroghe consentite alle zone di montagna, per l’Emilia Romagna il taglio previsto, nell’arco di un triennio, a partire dal settembre 2024 è di 21 dirigenti scolastici (con annesso personale amministrativo). Una proiezione degli effetti della sforbiciata a livello provinciale non è ancora stata fatta, ma il taglio nel reggiano potrebbe arrivare a due istituti. Altrettanti sarebbero dunque i conseguenti accorpamenti di plessi e sedi.
Reggio Emilia Regione Emilia Romagna taglio dirigenti scolasticiAccorpamento plessi scolastici, la Regione fa ricorso al Tar. VIDEO