REGGIO EMILIA – Passioni, ricordi, emozioni bellissime e drammatiche. C’è una famiglia reggiana per la quale il Giro d’Italia è e sarà sempre tutto questo e anche di più. E’ un mescolarsi continuo di sensazioni, a casa Fanticini, quando si nomina la corsa rosa. Ezio, storico caposervizio sport del Carlino Reggio e collaboratore della Gazzetta dello Sport, ha la scrivania inondata di foto ed è difficile per lui trovare un inizio e una fine del racconto di una vita: la sua e quella di suo padre Guglielmo, che l’ha cresciuto a pane, giornalismo e amore per lo sport. Guglielmo Fanticini, cui è intitolato il palahockey di Reggio, ha legato il suo nome di giornalista al Giro d’Italia dal primo Dopoguerra e durante il Giro è morto. Era il 18 maggio 1982: si accasciò a terra a Caserta, alla fine della quinta tappa di quell’edizione, la Roma-Caserta. Quando Ezio, allora praticante alla Gazzetta di Reggio, arrivò in Campania, il papà si era già spento a soli 62 anni. Era il 18 maggio, dicevamo: mercoledì, nel 40° anniversario di quella giornata, l’11° tappa del Giro di quest’anno arriverà a Reggio, e il traguardo di viale Isonzo è a pochi metri da via Dall’Aglio e da casa Fanticini. Perché il Giro non si stacca, non si scolla da questa famiglia reggiana.
“Mio papà iniziò a lavorare per il Giro d’Italia in moto, come membro dell’organizzazione, con una lavagnetta per indicare i distacchi. Poi ha svolto diversi ruoli: capo ufficio stampa, tesoriere, infine Radio Corsa”.
Ezio Fanticini racconta e si racconta in questa bella intervista pubblicata per intero sul canale Youtube della Fondazione per lo sport di Reggio, mentre pesca immagini di suo padre con Gino Bartali, con Fiorenzo Magni, con Giannetto Cimurri, con Gianni Brera.
Reggio Emilia ciclismo Giro d'Italia Guglielmo Fanticini Ezio FanticiniArriva il Giro d’Italia: le strade chiuse e i divieti di sosta a Reggio Emilia. INFO UTILI | MAPPA