BOLOGNA – Non era presente in udienza Chiara Petrolini, al tribunale di Bologna che deve rivalutare se gli arresti domiciliari siano sufficienti come misura cautelare per la ragazza di Traversetolo (Parma) accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due figli neonati, nel giardino di casa. Non c’era neppure la Procura di Parma, che ha chiesto la custodia in carcere per la 21enne. I giudici hanno ascoltato per circa un’ora, nell’aula a porte chiuse, le ragioni della difesa, avvocato Nicola Tria, e decideranno nelle prossime ore.
Al Riesame si è tornati dopo l’annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte del precedente provvedimento con cui si disponeva il carcere. Il tema principale è l’adeguatezza dei domiciliari, a cui Chiara è sottoposta da settembre, a contenere il rischio di reiterazione. “I fatti di interesse processuale si sono svolti in presenza di condizioni non più presenti né ripetibili”, ha scritto la Cassazione. Tra i temi, anche le condizioni psichiche della giovane: capace di intendere e volere, per la consulenza dell’accusa, mentre a conclusioni opposte sono arrivati gli esperti della difesa.
Anche se i giudici dovessero pure questa volta accogliere la posizione della Procura, l’esecuzione della misura rimarrebbe comunque ancora sospesa fino a un nuovo ricorso in Cassazione. E quindi, il 30 giugno, quando Chiara si troverà di fronte alla Corte di assise di Parma per l’inizio del processo, sarà presumibilmente ancora ai domiciliari nella casa dove tutto è successo.