REGGIO EMILIA – Dopo essere fuggito in Francia è tornato lì, nello stesso luogo in cui avrebbe compiuto il delitto, nello stesso luogo in cui avrebbe ucciso Mohamed. Un ragazzo che conosceva, che forse era addirittura un suo amico. Dopo 45 giorni di indagini sileziose ma serrate, il 23enne accusato dell’omicidio di Mohamed Alì Tabet è stato arrestato. E’ accaduto ieri poco dopo le 20.30 in piazzale Marconi a Reggio.
Il fatto era successo sulla banchina del binario 1 nella notte tra il 30 e il 31 maggio. Entrambi senza fissa dimora, la vittima e il suo presunto carnefice dormivano all’aperto nella zona antistante l’ingresso della stazione. Erano vicini uno all’altro. E’ scattata una lite, si pensa perchè Mohamed, 18 anni, origine tunisina, si era rifiutato di prestare 20 euro al 23enne connazionale. Una lite continuata qualche metro più in là e degenerata nel sangue quando il presunto assassino ha estratto un coltello e ha colpito Mohamed, che si è trascinato lungo la banchina per poi accasciarsi ed essere rinvenuto una mezz’ora più tardi, ormai privio di vita.
Sin da subito il Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio – coordinato dal sostituto procuratore Giulia Galfano, che aveva emesso un mandato di arresto pochi giorni dopo i fatti – e col supporto della squadra mobile, aveva identificato il 23enne: il delitto era avvenuto sotto gli occhi delle telecamere. Il raggio di azione delle ricerche si era via via allargato: da Reggio e dal territorio modenese, di Sassuolo in particolare, che si sapeva essere frequentato dal 23enne, si era passati a un ambito nazionale ed europeo. Un’indagine svolta in parallelo su più fronti.
Il 23enne si era subito disfatto degli indumenti intrisi di sangue e aveva preso un treno in direzione Marsiglia. Tramite la squadra Fugitive active search team del Servizio di cooperazione Internazionale di polizia del ministero dell’Interno, è scattata la collaborazione con la polizia nazionale francese di Marsiglia. Fino a che, probabilmente sentendosi braccato, il 23enne ha fatto rientro a Reggio. Grazie all’attività su più fronti di cui parlavamo, carabinieri e polizia erano lì ad attenderlo. Ora il ragazzo è in carcere a Reggio.
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