NOVELLARA (Reggio Emilia) – A tre anni dall’omicidio di Saman Abbas, il quadro si completa. Nazia Shaheen è stata arrestata: la madre della 18enne, condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della figlia, era l’unica dei familiari coinvolti nell’inchiesta ancora latitante. Si nascondeva in Pakistan, è stata rintracciata in una zona al confine con il Kashmir e condotta davanti alla corte del tribunale di Islamabad. Il suo arresto è stato convalidato e ora può partire l’iter per l’estradizione.
L’ultima immagine della donna risale alla mattina del primo maggio 2021. Era all’aeroporto di Malpensa e si stava imbarcando con il marito Shabbar su un volo diretto verso il suo paese d’origine con un biglietto di sola andata. Nella notte precedente Saman era stata uccisa e seppellita in una buca sotto alcuni metri di terra.
Gli inquirenti non hanno mai smesso di cercarla. Nazia Shaheen è stata arrestata dalla polizia del Punjab, intervenuta in un villaggio tra i distretti di Jhelum e Gujrat, dando esecuzione al provvedimento di estradizione emesso dalle autorità italiane, la cosiddetta “red notice“. Un’operazione frutto di un’imponente attività diplomatica con le autorità pachistane che hanno recepito le istanze della diplomazia italiana. Al lavoro i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio, coordinati dalla procura diretta da Calogero Paci, in collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale di polizia, con l’Interpol e con la polizia federale pachistana.
Prima di essere trasferita in carcere, la madre di Saman è stata sottoposta alle visite mediche. Con la convalida dell’arresto, può partire l’iter per l’estradizione. Il marito Shabbar, arrestato in Pakistan a novembre 2022, fu trasferito in Italia dopo otto mesi. E’ stato poi condannato all’ergastolo. Lo zio Danish è stato condannato a 14 anni, assolti i due cugini.
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