REGGIO EMILIA – Il costo delle utenze è in molti casi raddoppiato e questa situazione non rende più sostenibile l’apertura degli spazi, l’organizzazione delle attività, il pagamento del personale. Il settore dello spettacolo e dell’intrattenimento, già duramente colpito dalle norme anti Covid, ora rischia di pagare un prezzo altissimo dai rincari energetici.
A lanciare un sos è Arci, che in provincia di Reggio conta circa 130 circoli, almeno una decina dei quali in forte difficoltà e a rischio cessazione attività. Stiamo parlando di realtà che rappresentano posti di lavoro, ma che hanno un valore sociale in termini di offerta culturale e aggregativa.
“Riteniamo – dice Daniele Catellani, presidente provinciale di Arci – che le amministrazioni locali possano mettere in atto alcune misure compensative per dare ossigeno alle realtà in questa fase emergenziale. Ad esempio, interventi sulla Tari e sui canoni nel caso di spazi di proprietà pubblica”. Alle amministrazioni locali e a quella regionale, da Arci, giunge inoltre la richiesta di misure immediate come i ristori e la riattivazione della cassa integrazione.
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