VENTASSO (Reggio Emilia) – E’ stato un successo il concerto di Mario Brunello organizzato dal Cai di Novellara al bivacco Zambonini, nell’ambito dei festeggiamenti dei 150 anni della Sezione reggiana del Cai.
Il bivacco si trova nella magnifica conca glaciale ai piedi dell’Alpe di Vallestrina, nell’alto Appennino reggiano, poco distante dal Cusna. Il numeroso pubblico è partito da Pianvallese sopra Febbio e seguendo i sentieri 615 e 615 B ha raggiunto in poco più di un’ora di cammino il bivacco, una piccola costruzione di proprietà degli Usi Civici della Val d’Asta, sempre aperta per gli escursionisti, in una delle zone più belle del Parco Nazionale. Il bivacco è stato ristrutturato nel 2019 dai volontari del Cai Novellara, che ne cura con passione la manutenzione.
Anche il maestro Brunello, assieme all’amico e grandissimo alpinista Fausto De Stefani, è salito lungo il sentiero al bivacco, camminando in testa al gruppo, ma con uno “zaino” del tutto particolare: una custodia dal colore rosso con dentro il violoncello.
Portare un concerto sull’Appennino, nella conca del Vallestrina, era un progetto ambizioso del Cai Novellara che venerdì si è concretizzato con successo. Trovato lo scenario vicino ad un grande masso di arenaria macigno appena sopra il bivacco, Brunello ha posizionato uno sgabello e il violoncello pronto per il concerto. Giordano Lusuardi del Cai Novellara ha ricordato che il compenso del maestro Brunello verrà dato in beneficenza al progetto di solidarietà di una scuola in Nepal di cui Fausto De Stefani, uno dei salitori di tutti i 14 “ottomila” della Terra, è fondatore e animatore.
Dopo l’intervento del presidente del Cai reggiano Alberto Fangareggi e brevi e toccanti parole di De Stefani sulla scuola nepalese, è diventa protagonista Mario Brunello e il suo violoncello. Forse è la prima volta che suonava in Appennino, lui che di solito fuori dai teatri predilige le sue amate Alpi o i boschi di pini cembri e di abeti rossi delle valli trentine, dove ha suonato anche per sostenere le genti colpite dalla tempesta Vaia nel 2018.
Brunello ha invitato al silenzio prima di iniziare il concerto: la musica deve essere ascoltata senza distrazioni. Il numeroso pubblico era seduto a semicerchio sull’erba della conca del Vallestrina. Con la suite n. 1 di Bach, forse una delle sonate più famose e conosciute, Brunello ha dato inizio al suo concerto, con la bellissima musica che si distende nella magia. del Vallestrina. Il secondo brano è stata la sonata n.1 di un compositore meno noto del ‘900, ma sul quale il maestro si è concentrato negli ultimi anni, Moise Weinberg, Con la suite del compositore spagnolo Gaspar Cassado è stata proposta una danza spagnola molto allegra. Il concerto è proseguito con un brano dedicato alla montagna, Stelutis Alpinis di Arturo Zardini, una canzone storica che ricorda i morti della grande guerra. In chiusura Brunello ha proposto una canzone popolare armena, in ricordo di un viaggio effettuato assieme a De Stefani. E’ stato un concerto che ha entusiasmato e affascinato il pubblico, grazie alla maestria di Brunello. La musica, un violoncello, le montagne. E tutti in ascolto ammirando la montagna in tutta la sua bellezza. Sono suoni nuovi d’Appennino.
Al bivacco Zambonini è seguito un momento conviviale: le braci della griglia, salsicce e bevande per tutti e tanti sorrisi. Da tutti i presenti un grazie al Cai Novellara per una iniziativa suggestiva e molto apprezzata, con l’augurio che sia solo la prima di altre come questa, e che la musica possa ancora salire in quota.
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