REGGIO EMILIA – Il sostituto procuratore generale Lucia Musti ha chiesto una pena di 18 anni di reclusione per l’imprenditore di origini cutresi, residente a Bibbiano, Gianluigi Sarcone, nell’ambito del secondo grado del processo Aemilia.
Sarcone, accusato di associazione mafiosa, è comparso ieri in Corte d’Appello a Bologna di fronte ad un nuovo collegio dopo che lo scorso 17 dicembre la sua posizione era stata stralciata, in quanto era stata accolta la sua istanza di ricusazione nei confronti di uno dei tre componenti della Corte. Secondo gli inquirenti il fratello di Nicolino, a sua volta referente del boss Grande Aracri in Emilia, era lo stratega mediatico delle azioni della cosca e sempre a lui è ascritta la volontà di intimidire e imbavagliare gli organi di informazione. Gianluigi è infatti imputato anche per le minacce e le intimidazioni mosse nei confronti del direttore di Tg Reggio Gabriele Franzini. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, quando per lui era arrivata una condanna a 19 anni e 20 mesi, era stato definito “un leader a tutto tondo, che comanda sulla comunità degli associati, su ogni aspetto della loro vita, sul modo di stare in carcere e nel processo e sul da farsi in caso di scarcerazione”.
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