REGGIO EMILIA – Una lettera firmata dalle scuole di teatro della provincia e rivolta a governatore Bonaccini, assessori e consiglieri regionali oltre che alle amministrazioni comunali e provinciali. All’interno, una giusta richiesta di aiuto e di collaborazione per affrontare la ripresa dopo il fermo totale dovuto alla “fase uno” dell’emergenza da Coronavirus. “Collaboriamo con i vostri enti per portare all’interno delle comunità cultura e valore – hanno sottolineato gli enti firmatari – Davanti a noi abbiamo giorni difficili: questa lettera contiene alcuni spunti e richieste affinché sia possibile proseguire nei prossimi mesi le nostre attività a fianco del territorio”.
Si tratta di realtà importanti, riunitesi in rete: Aps Spazio EffeBi 19, Francesca Bianchi (Castelnovo Monti), Ars Comica Reggio Emilia, Ars Ventuno Centro delle Arti (Correggio Guastalla), Altrarte Teatro (Correggio), associazione culturale Le Rane, associazione culturale Quinta Parete, centro teatrale europeo Etoile (Reggio Emilia), centro teatrale MaMiMò (Reggio Emilia), compagnia Teatro del Cigno (Reggio Emilia), Patty Garofalo, Maria Antonietta Centoducati, Matteo Carnevali Teatro, NoveTeatro – centro teatrale Novellara, Nuovo Teatro San Prospero, Sipario Aperto – associazione teatrale (Montecchio), Teatro dell’Orsa (Reggio Emilia). “Abbiamo nostre sedi strutturate e organizzate per la gestione dell’attività formativa in tutta la provincia. Gestiamo teatri e spazi culturali, collaboriamo con le scuole, con le pubbliche amministrazioni, con le istituzioni culturali e associazioni del territorio”.
Nella sola provincia di Reggio Emilia, questi enti stavano realizzando progetti formativi e artistici per 1.957 propri allievi, realizzando progetti scolastici per 4.489 studenti nel solo anno accademico 2019-2020 dopo che la stagione passata si era conclusa con 28.586 spettatori. “Dalla chiusura avvenuta il 28 febbraio siamo partiti, vista anche la grande richiesta, nella riconversione dei nostri corsi in strumenti di supporto a distanza dei nostri allievi”.
L’obbligata interruzione ha causato perdite per i laboratori e progetti non conclusi, la mancata realizzazione di quelli programmati non ancora attivati oltre che degli esiti e dei saggi di fine anno e la mancata partenza dell’attività di formazione estiva. “A oggi non si evincono, in nessun documento, indicazioni relative alle imprese di formazione teatrale legate al terzo settore, come le nostre, sino a ora riconosciute come importanti risorse per il territorio. Gestiamo spazi di grande metratura, pubblici o privati ma dei quali ci occupiamo di manutenzione, sicurezza sul lavoro, organizzazione e sostenibilità; abbiamo costi fissi elevati per affitti, utenze, etc; abbiamo costi per il personale, affidiamo le attività formative e performative a docenti qualificati e altamente specializzati, tutti con percorsi formativi e professionali alle spalle di grande rilievo. Il nostro lavoro ha bisogno di essere progettato, pensato, adeguato alle nuove necessità e per fare questo è indispensabile avere un tempo adeguato di progettazione e strumenti finanziari adeguati per sostenere gli investimenti necessari”.
Per tutte queste ragioni, gli enti invocano una “road map precisa per la riapertura, che ci consenta di valutare come riorganizzare gli spazi, considerare le aree lavorative (uffici e strutture annesse, non le sale prove) come uffici ‘normali’ cui si possa accedere con le normali attenzioni sanitarie e di sanificazione; un protocollo specifico per la sanificazione degli spazi formativi (sale prove) che per loro natura ospitano rotazione di allievi con periodi di permanenza di circa 1,5-2 ore; riconoscere la rilevanza non solo culturale, ma anche economica delle nostre attività, soprattutto in termini di personale dipendente e collaboratore. In quest’ottica, rendere possibile l’accesso a strumenti di sostegno alla liquidità o al reddito equiparabili a quelle messe in campo per il comparto produttivo; prevedere un contributo per la riconversione delle nostre attività e la riprogettazione dei percorsi in essere anche dal punto di vista dell’aggiornamento tecnologico e informatico”.
La solidarietà dei sindaci reggiani
I 42 primi cittadini dei comuni del nostro territorio hanno recepito il messaggio lanciato dalle scuole teatrali reggiane. “Come sindaci – si legge in una nota – riconosciamo il valore di un patrimonio che rappresenta il collante del nostro vivere sociale e civile e che si articola in una vasta e straordinaria rete che tiene insieme persone e luoghi, memoria e futuro. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria tutto il mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo si è fermato. La necessità di garantire un distanziamento fisico tra le persone ha inevitabilmente sospeso ogni attività in essere nei nostri territori, fermando l’opera di numerosi professionisti e addetti ai lavori, la maggior parte dei quali privi di ammortizzatori sociali. Occorre, infatti, sempre ricordare che Cultura non è solo passione, ma è anche economia e che intorno al fare cultura si articola un vasto mondo di lavoratori.
Consapevoli che il distanziamento fisico non può significare distanziamento sociale, vogliamo raccogliere il loro appello per farci portavoce di questa situazione ed esprimere tutta la nostra preoccupazione per il perdurare dello stato di incertezza che rischia, prima di tutto, di causare danni irreparabili ai professionisti e alle realtà che vivono di cultura e, conseguentemente, di impoverire profondamente le nostre comunità che, intorno ai teatri, ai festival, alla musica, alle scuole di teatro, di danza e di musica, si ritrovano e crescono.
Anche in questo caso, il pragmatismo che contraddistingue il nostro territorio – unito ai valori e al senso di prospettiva – ci guideranno nel trovare risposte concrete a sostegno di tutto il mondo della cultura per ripartire in totale sicurezza e ridare certezze a un settore che, al momento, ne ha realmente poche. Pronti a fare la nostra parte non appena saranno definite regole chiare, protocolli e un piano concreto di sostegno al settore da parte del Governo”.











