BOLOGNA – Il pentito 58enne Antonio Valerio insiste, a sparare a Brescello a Giuseppe Ruggiero, uccidendolo, non c’era solo come killer Angelo Greco (ora sotto processo) ma anche Aldo Carvelli, la cui posizione è stata da tempo archiviata in quanto non indicato nel commando di morte dall’altro pentito-chiave, cioè Angelo Salvatore Cortese che verrà sentito più avanti.
Come sempre piena di tensione la deposizione di Valerio, stavolta nell’appello bis di Bologna sui due delitti di ‘ndrangheta commessi nel 1992, processo in cui è stato condannato in via definitiva ad 8 anni di carcere con rito abbreviato. Parla protetto da un paravento, prende appunti, replicando piccato a certe puntualizzazioni degli avvocati difensori. Per lui, rispondendo alle domande della pm antimafia Beatrice Ronchi, vi sono due punti-fermi: l’omicidio di Paolino Lagrotteria a Cutro come motivo scatenante, poi il summit in Calabria in cui viene deciso e finanziato il doppio omicidio degli ‘scissionisti’ Ruggiero e Nicola Vasapollo.
Relativamente all’assassinio di Brescello dice che il boss Nicolino Grande Aracri fungeva da ‘generale di guerra organizzatore’ e che all’appartamento-covo di Modena si ritrovarono lui, Grande Aracri, Greco, Carvelli e Raffaele Dragone (quest’ultimo già condannato definitivamente all’ergastolo nel 1997). Da Modena il trasferimento sino ad un capannone di Cella per il travestimento da carabinieri, con tanto di auto camuffata. Nel capannone sopraggiunsero Cortese e Lerose. La finta gazzella dell’Arma venne poi guidata da Valerio che inizialmente doveva invece essere uno dei due killer e non un’autista.
Fa anche un racconto sinistro: “dopo il delitto scappammo a piedi per i campi, per la forte emozione mi venne da vomitare e in quel momento sentii partire un colpo, a chi era diretto?”. E in aula aleggia il sospetto che fosse proprio Valerio l’obiettivo di quello sparo. I quattro imputati si proclamano da sempre innocenti. In aula è presente Lerose, collegati in vidoconferenza dai rispettivi penitenziari vi sono i detenuti Greco e Grande Aracri, con quest’ultimo che fa spostare pentito e paravento perché non riesce a vedere l’aula.
Nel controesame i difensori cercano di far cadere in contraddizione Valerio, puntando su una lunga serie di dettagli, retroscena, situazioni. Anche la Corte chiede delucidazioni al pentito che terminerà la sua testimonianza nella prossima udienza.
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