BOLOGNA – L’Appello bis a Bologna sui due delitti di ‘ndrangheta commessi nel 1992 nel reggiano ora sterza e dalla prossima udienza si entrerà nel vivo con la deposizione del pentito Antonio Valerio. Una testimonianza che si preannuncia corposa (previste almeno due udienze per completarla) e a dir poco battagliata, perché Valerio è da sempre un collaboratore di giustizia che in aula affronta di petto ogni situazione.
Come ha deciso la Corte, dopo un’ora di camera di consiglio, verranno poi sentiti a seguire gli altri tre pentiti (Angelo Salvatore Cortese, Giuseppe Liperoti e Salvatore Muto) come disposto dalla Cassazione che tre anni fa ha rispedito al secondo grado il procedimento, annullando gli ergastoli che erano stato inflitti ai quattro imputati, a partire dal boss Nicolino Grande Aracri come mandante dell’omicidio a Brescello di Giuseppe Ruggiero, mentre resta confermato per lui il fine pena mai come regista dell’assassinio di Nicola Vasapollo a Reggio Emilia. Tutto da rifare anche per Antonio Ciampà (accusato di essere il mandante dei due delitti) e per Angelo Greco nonché Antonio Lerose indicati dall’Antimafia come partecipi nell’omicidio brescellese.
Decisione del collegio giudicante giunta dopo circa due ore di battaglia fra accusa e difesa su come procedere nel processo. Accolto dalla Corte il deposito di alcune sentenze di mafia, mentre i giudici si riservano di capire se più avanti sarà il caso di sentire un altro pentito (Vittorio Foschini), Guglielmo Battisti (ex capo della squadra mobile di Reggio Emilia), un testimone (Renato Cavazzuti) e soprattutto Nicolino Sarcone, ‘ndranghetista di punta che è stato condannato a trent’anni per entrambi questi omicidi.
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