REGGIO EMILIA – “Al momento ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere, anche perché il tempo è stato minimo. I miei assistiti sono stati sottoposti a misura solo 48 ore fa, forniremo la nostra versione dei fatti quanto prima”. Così l’avvocato Salvatore Mannino, che difende Enrico e Margerita Benedetti.
Erano in aula ma sono rimasti in silenzio davanti al giudice, Luca Ramponi, Enrico e Margherita Benedetti. Il presidente del Consiglio di Amministrazione di Ecologia Soluzione Ambiente (Esa) di Bibbiano è ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Leonida”. E’ accusato di corruzione aggravata di pubblico ufficiale e sfruttamento della prostituzione. Secondo la procura infatti varrebbe fornito regali ed escort agli ufficiali pubblici dell’Agenzia Industrie Difesa (Aid) per ricevere favori nell’ambito di commesse pubbliche per lo smaltimento dei rifiuti.
“I capi d’imputazione sono gravi, quello che posso dire oggi è che rispetto al primo capo d’imputazione, quello che ha creato più scalpore, lo sfruttamento della prostituzione, Benedetti respinge totalmente le accuse, perché la ricostruzione dei fatti è totalmente opposta a quella contestata dalla procura della Repubblica”, sottolinea l’avvocato Mannino.
La procura, tramite intercettazioni, ha documentato l’organizzazione di cene, trasferte ed eventi, anche nella villa di Quattro Castella di Enrico Benedetti con note escort. I fatti risalirebbero al periodo compreso tra maggio 2023 e il 6 gennaio 2024. L’avvocato Mannino non ha chiesto la revoca dei domicilari per Enrico Benedetti, la procura invece ha chiesto un inasprimento della misura cautelare.
“So che la procura ha presentato appello alle misure cautelari, personali e reali, penso chiederà il carcere, in quella sede ci difenderemo entrando nel merito delle contestazioni”.
Secondo le accuse invece la figlia, Margherita Benedetti, come responsabile dell’ufficio divisione impianti di Esa Spa, su direttiva del padre, avrebbe organizzato per lui “rinfreschi ed eventi intrattenendo relazioni anche conviviali” con gli ufficiali indagati. Sono stati sospesi dai pubblici uffici il colonnello dell’esercito italiano Luca Corrieri, il brigadiere generale Giulio Botto, e l’ingegnere Luigi Brindisi dell’Agenzia Industrie Difesa di Noceto. La 32enne è stata sottoposta a divieto di dimora in tutti i comuni delle province di Reggio e Parma e all’interdizione dall’attività di impresa per un anno. “Ho chiesto la revoca divieto di dimora in tutti i comuni delle province di Reggio, abita a Sant’Ilario”, chiosa Mannino.
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