LUZZARA (Reggio Emilia) – “All’inizio del 1900 i miei nonni, provenienti da Campegine e Gattatico, trovarono casa e lavoro presso l’azienda agricola Sant’Antonio di proprietà dei fratelli Lorenzini, a Luzzara”.
Inizia così la semplice e toccante lettera scritta a mano da un anziano che preferisce restare anonimo e che ripercorre una storia di gratitudine, affetto e ricordi della sua famiglia. “In quell’azienda agricola i miei nonni ebbero 6 figli. I Lorenzini erano attenti alle condizioni economiche dei più deboli. Nel ’35 mancò Giuseppe, l’ultimo dei Lorenzini, e nel suo testamento lasciava tutti i suoi beni alla comunità di Luzzara perché fosse costruito un istituto capace di accogliere i bimbi poveri e orfani e che imparassero un mestiere”.
Protagonista di questa storia è la grande struttura dalle tante vite a Luzzara, in via Filippini 65, oggi casa residenza “Buris Lodigiani”: da luogo di accoglienza per orfani, ecco le immagini d’epoca, poi convertita in casa di riposo. “Ho dato disposizione che le mie poche cose siano donate all’Asp progetto persona – conclude l’anziano – come ringraziamento ai Lorenzini per l’accoglienza che i miei nonni trovarono all’inizio del 1900”.
Una storia che sembra uscire da un romanzo d’altri tempi. Commosso e grato il presidente di Asp Progetto Persona che gestisce la struttura, Aspro Mondadori, così come il sindaco di Luzzara Elisabetta Sottili.
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