REGGIO EMILIA – Le regole della fase di riapertura sono ancora da definire. Allo studio c’è l’ipotesi di un’uscita dall’emergenza “scaglionata” a seconda dell’età. Significa che gli anziani saranno gli ultimi a vedere la luce in fondo al tunnel.
La minaccia rappresentata dal Coronavirus nei loro confronti emerge da un dato su tutti: in Italia oltre il 70% delle vittime aveva tra i 70 e i 90 anni. Mentre un decesso su tre riguarda la fascia tra i 70 e gli 80 anni. Per queste generazioni si prevede un “vero e proprio piano di interventi”, ha anticipato la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, evidenziando la necessità di garantire la protezione dal contagio e al tempo stesso una tutela dalla calura estiva ma anche dall’isolamento, causa di disagio psicologico.
“Un ruolo fondamentale in questo momento lo dovranno assumere i servizi sociali dei comuni, i medici di medicina generale, che conoscono situazioni e patologie a rischio, attraverso una vigilanza attiva specifica”, le parole di River Tagliavini, dello Spi Cgil Reggio Emilia. Buone intenzioni, che però rischiano di scontrarsi con un ordine perentorio rivolto agli Over 70: continuare a restare in casa anche nei prossimi mesi, forse fino a dicembre. Una misura eccessiva secondo l’Ancescao, l’associazione dei centri sociali, pronta a offrire i locali dei propri circoli in appoggio a eventuali presidi a favore di chi è in difficoltà.
“Dobbiamo creare le condizioni perché non ci sia un isolamento, non ci sia una solitudine di queste persone – ha detto – William Orlandini, presidente provinciale Ancescao – che possono sembrare anziane ma sono quegli anziani attivi, quegli anziani che fanno il volontariato, quegli anziani che vivono all’interno della società. Bisogna dare a queste persone un ruolo attivo, che faccia emergere la loro volontà di vivere”.
Reggio Emilia spi cgil emergenza coronavirus covid-19 ancescao anziani coronavirus