REGGIO EMILIA – Il 90% dichiara di vivere in una condizione economica buona o comunque sufficiente, in un’abitazione di proprietà. L’87% è in uno stato di salute discreto, il 91% è autosufficiente, il 77% aiuta i figli: nella gestione dei nipoti, ad esempio, ma per un 30% anche economicamente. E fin qui le note positive. Poi però c’è un 8% che vive in una casa non adeguata, e c’è quel 26% che dichiara la propria solitudine totale. Dati che emergono dalla fotografia scattata dallo Spi Cgil sulla condizione degli anziani nel comune di Reggio, indagine che segue quella di un anno fa fatta nel territorio dell’Unione Tresinaro Secchia. 2.400 i questionari raccolti dalle 8 leghe della città tra i 15.600 iscritti. A Reggio, su una popolazione di 172mila abitanti, coloro che hanno più di 65 anni sono 35.500. Non solamente un quadro immobile della situazione. Le risposte al questionario hanno evidenziato le maggiori domande, frutto di necessità, degli anziani.
“Il problema principale avvertito riguarda la sicurezza personale, da cui discende la richiesta al Comune di intensificare la presenza della polizia municipale. Poi seguono problemi connessi con la mobilità: traffico, situazione delle strade”, spiega River Tagliavini della segreteria provinciale dello Spi.
La solitudine, dicevamo, è il grande punto interrogativo sul futuro, secondo il sindacato. “L’aumento dell’età media, il calo demografico dei giovani, la riduzione del peso del welfare famigliare per i prossimi anni determineranno dei grossi problemi di assistenza – sono le parole del segretario provinciale Matteo Alberini -; le ripercussioni saranno su tutti gli aspetti della vita, anche quelli più impensabili, non solo la sanità, ma anche, ad esempio, su come si vive in un quartiere”.
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