BOLOGNA – Il tribunale di Bologna ha rigettato la richiesta di confisca avanzata dalla Dda relativamente a beni di Giuseppe, Vincenzo e Adele Iaquinta. “Grande soddisfazione” è stata espressa dall’ex calciatore della Juve e della nazionale campione del mondo. “La decisione ha permesso di fare emergere la piena legittimità di tutte le mie fonti reddituali. Il patrimonio della nostra famiglia è frutto del nostro lavoro e vorremmo che finalmente il nostro nome non venisse più associato a situazioni che in realtà nulla hanno a che vedere con la condotta di vita da sempre corretta”, ha detto l’ex bomber di Juventus e Nazionale. Il Tribunale delle Misure di Prevenzione ha sciolto la riserva dopo un’udienza del 13 giugno e ha conseguentemente disposto la revoca del sequestro e la restituzione dei beni. A febbraio 2022 la Dia sequestrò circa dieci milioni. Il professor Vincenzo Maiello e il professor Tommaso Guerini, che assistono Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore, hanno espresso “grande soddisfazione per un provvedimento corretto ed equilibrato”. Il tribunale ha però applicato a Giuseppe Iaquinta, detenuto per la condanna per associazione mafiosa nel processo Aemilia, la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel territorio di Reggio Emilia. Secondo i giudici l’imprenditore “deve ritenersi attualmente pericoloso per l’importante ruolo strategico avuto nel sodalizio”.
Antimafia: restituiti i beni sequestrati alla famiglia Iaquinta
3 agosto 2023
Il tribunale di Bologna ha rigettato la richiesta di confisca avanzata dalla Dda per 10 milioni di euro. Il calciatore Vincenzo: “E’ emersa la piena legittimità dei miei redditi”. Sorveglianza speciale per il padre Giuseppe, condannato per ‘Ndrangheta in Aemilia
Reggio Emilia processo Aemilia 'ndrangheta Bologna Giuseppe Iaquinta Vincenzo Iaquinta confisca beni