CAVRIAGO (Reggio Emilia) – “Per chi come me è appassionato di letteratura russa, l’ultimo anno e mezzo è stato molto duro”. Un rapporto viscerale con la letteratura russa, che lo tocca di vicino e a cui non vuole rinunciare, nonostante le critiche che ha ricevuto a causa della guerra in Ucraina. Lo scrittore Paolo Nori ha parlato a un pubblico molto attento e con una grande sete di cultura al Multiplo di Cavriago. Quando il giornalista Pierluigi Senatore gli ha chiesto della guerra ha rispoto così. “Quasi tutte le famiglie hanno un parente in Ucraina e vicersa. Come fai a sparare? Questa guerra dovrebbe finire oggi”.
Nori ha raccontato, dopo quella di Dostoevskij, la vita di Anna Achmatova, una poetessa russa nata ad Odessa nel 1889 e morta a Mosca nel 1966. Anche se Anna Achmatova voleva essere chiamata poeta, non poetessa, e in realtà di cognome si chiamava Gorenko: quando suo padre, un ufficiale della Marina russa, seppe che la figlia scriveva poesie, le disse: “Non mischiare il nostro cognome con queste faccende disonorevoli”. Allora lei, invece di smettere di scrivere versi, pensò bene di cambiar cognome.
Nori ha letto al pubblico alcuni dei versi più famosi di quella che definisce “la più grande poetessa russa dei suoi tempi”.
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