BIBBIANO (Reggio Emilia) – “Sono sei al momento i casi di allontanamento che riteniamo ingiusti”. Lo aveva detto il procuratore capo di Reggio Marco Mescolini il 28 giugno 2019. In quella conferenza stampa di un anno fa venivano spiegati con chiarezza i diversi capi d’imputazione a carico degli indagati nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti in val d’Enza (Angeli e Demoni) e veniva detto che le indagini sarebbero proseguite. E infatti quei sei casi sono diventati 12. Tanti infatti sono i ragazzini, due dei quali adesso maggiorenni, inseriti dal sostituto procuratore Valentina Salvi nella lista di quelle che considera le parti offese, persone e istituzioni per l’accusa vittime o comunque danneggiate dal presunto operato degli indagati. Un elenco con 48 voci allegato, così come quello dei 155 testimoni citati, all’ordinanza con cui Salvi ha chiesto al gup il rinvio a giudizio per 24 persone accusate, a vario titolo e con accuse molto diverse, di aver in qualche modo contribuito.
In particolare la procura pensa che l’ex dirigente del servizio minori Federica Anghinolfi, gli psicoterapeuti Claudio Foti e Nadia Bolognini e l’assistente sociale Francesco Monopoli abbiano agito, per anni, facendo pressioni sugli operatori, falsando i report coi racconti dei bambini, spingendo gli stessi a dichiarare abusi per l’accusa non avvenuti, arrivando così a fornire carte viziate al tribunale i cui giudici firmavano gli allontanamenti. Per gli amministratori coinvolti i presunti reati sono di tipo amministrativo, legati alla concessione di spazi o alla firma di atti.
La sorte dei 12 ragazzi, tra cui tre coppie di fratelli, ha seguito un percorso a parte rispetto a quello dell’indagine. A partire dallo scorso agosto i casi sono stati riesaminati da altri operatori dei servizi sociali e rivalutati, tanto che, sempre per volontà del tribunale, tutti e 12 hanno ripreso contatti con le famiglie d’origine e alcuni sono tornati a vivere coi genitori naturali.
In quello stesso elenco delle parti offese, c’è anche il Ministero della Giustizia, perché per la procura avrebbe sostenuto spese in realtà non necessarie per i procedimenti riguardanti questi minori. Il processo che inizierà il 30 ottobre dovrà stabilire se quegli allontanamenti ritenuti illeciti siano stati il frutto di un disegno preciso. Si sa poi che esiste un fascicolo bis, dove sono state inserite le denunce, una trentina, iniziate ad arrivare dopo l’estate scorsa.
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