REGGIO EMILIA – Nel corso degli anni la comunicazione elettorale ha subito delle grandissime trasformazioni: ci sono i social, ci sono altri mezzi di comunicazione. I pannelli elettorali non vengono più utilizzati. Se ancora si vedono in giro per la città i pannelli dedicati ai manifesti elettorali, quasi desolatamente inutilizzati, è grazie alla legge 212 che risale al 1956, quando la comunicazione elettorale era composta principalmente da affissioni e comizi in piazza. Ma se qualche comizio ancora resiste, con le affissioni siamo davvero ridotti ai minimi termini, nonostante lo spazio a disposizione dei partiti sia gratuito. Un mezzo di comunicazione che è stato letteralmente soppiantato nel corso degli anni da altri e piu’ tecnologici, come i tempi moderni impongono.
I Comuni, però, sono costretti da una legge di 66 anni fa ad allestire in spazi predisposti di un metro per due l’ occorrente per i manifesti, spazi che variano in funzione del tipo di elezione. Tanto per fare un esempio, per questa tornata elettorale il Comune di Reggio Emilia ha messo a disposizione dei partiti ben 1450 metri di pannelli, 750 dedicati al Senato e 700 alla Camera, seguendo un disciplinare molto rigido. Il risultato dell’efficacia lo vedete nelle nostre immagini.
Il costo di questi allestimenti si può quantificare in svariate migliaia di euro che, però alla fine, non sono a carico dei cittadini di Reggio Emilia perche vengono rimborsati dallo Stato. Il rimborso riguarda anche l’allestimento dei seggi che, sommato a quello per i pannelli elettorali, quest’anno ammonta, per il Comune di Reggio Emilia, a circa 50.000 euro.
Claudio Valeriani
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