REGGIO EMILIA – “Già oggi se si rompe la corda della tapparella, abbiamo una perdita d’acqua in bagno oppure non riusciamo ad aprire la porta d’ingresso della nostra abitazione non sappiamo a chi rivolgerci. Figuriamoci tra qualche anno, quando il numero di falegnami, idraulici e fabbri è destinato a diminuire ulteriormente a causa della natalità. Dobbiamo correre ai ripari investendo di più nella scuola e formazione professionale, ridando dignità a mestieri ad alta intensità manuale che negli ultimi decenni hanno subito una forte svalutazione culturale e che provocato l’allentamento dei giovani dall’artigianato” – ha detto Paolo Zabeo, direttore Cgia di Mestre.
AAA artigiani cercasi. A rilanciare l’allarme é una analisi della Cgia di Mestre, l’associazione artigiani e piccole imprese il cui ufficio studi é considerato tra i più autorevoli a livello nazionale. La provincia di Reggio Emilia non fa certo eccezione rispetto a questa preoccupante tendenza: se nel 2012 si contavano 28.480 artigiani, nel 2023 il dato é sceso a 21.737, dunque un calo di oltre 6.700 professionalità, pari al 23,7%.
Il nostro territorio si piazza al 41esimo posto in Italia per questa emorragia di lavoratori. Peggio va a Parma che é sesta con un calo nel periodo citato pari al 29%. Modena é al 30esimo posto con un meno 24,4%. Le province italiane che stanno risentendo di più della scomparsa di certe figure professionali risultano Vercelli, Rovigo e Lucca, mentre quelle in cui il calo é minore e quindi le cose sono più rassicuranti appaiono Trieste e Bolzano dove il segno meno si attesta rispettivamente intorno al 6 e 7 per cento.
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