VENTASSO (Reggio Emilia) – L’impatto dei rincari dell’energia si legge anche nei listini delle stazioni sciistiche che sono stati rivisti, ovviamente al rialzo, dai gestori. “Dobbiamo far sì che queste strutture vengano considerate energivore, anche se il loro consumo è stagionale”, il commento di Enrico Ferretti, sindaco di Ventasso e assessore al Turismo dell’unione dei comuni dell’Appennino reggiano.
Far rientrare le stazioni sciistiche nella categoria delle attività energivore. Lo chiedono gli operatori che vivono di turismo bianco. Alla pandemia e al riscaldamento globale, come problemi che già da soli bastano a compromettere la sopravvivenza del settore, si sono aggiunti i prezzi fuori controllo dell’energia. Sparare la neve artificiale sulle piste, ma anche azionare gli impianti di risalita, costerà grossomodo il triplo rispetto a un anno fa. Del 10% è il ritocco finora applicato a livello nazionale ai listini degli skipass. Vale anche per le stazioni sciistiche di Cerreto Laghi e Ventasso. Aumenti definiti “simbolici” dal primo cittadino di Ventasso. “Nell’arco alpino, i prezzi di un giornaliero passano da 60 ai 70 euro. In Appennino, dove erano intorno ai 30 euro, saranno sui 33 per cui anche questo influenzerà le scelte”.
Alla fiera Skipass fanno leva sulla convenienza, tra le altre cose, i pacchetti con le attrazioni per vivere la montagna reggiana d’inverno, promossi dall’ufficio turismo dell’Unione in uno stand dedicato. L’auspicio è che il turismo di prossimità, che è stato favorito nei momenti emergenziali della diffusione del Covid, trovi ora un nuovo impulso legato ai rincari cui non sono sfuggiti nemmeno i prezzi dei carburanti e delle autostrade.
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