REGGIO EMILIA – Un 2 agosto di memoria, dolore ancora vivo e, mai come quest’anno, speranza. Perché il 41° anniversario della strage alla stazione di Bologna sarà celebrato mentre è in corso il processo ai mandanti del più grave atto stragista della storia italiana.
Quel giorno del 1980, con l’esplosione della bomba nella sala d’aspetto di seconda classe, si contarono più di 200 feriti. Morirono 85 persone, tra loro anche Vittorio Vaccaro, operaio ceramista di 24 anni residente a Casalgrande, insieme alla madre, Eleonora Geraci, 46 anni, di Scandiano: attendevano una familiare dalla Sicilia. Ci sono anche i loro nomi sulle pietre di inciampo posate lungo il percorso di 1 km e 400 metri da piazza Maggiore al piazzale della stazione, lo stesso che farà il corteo, annullato lo scorso anno per Covid ma che quest’anno ci sarà e partirà alle 9.15.
A rappresentare il Governo il ministro Marta Cartabia. Tra le autorità, per il Comune di Reggio Emilia parteciperà l’assessora Raffaella Curioni. Il presidente della Regione, Bonaccini, ha detto: “Gli anni passano, ma non il bisogno di verità”. E di giustizia. Una strada segnata da continui depistaggi che ha portato per ora alla condanna degli esecutori materiali: gli ex terroristi neri Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva, e Gilberto Cavallini, condannato in primo grado. Poi, c’è Paolo Bellini, la primula nera reggiana, ex esponente di avanguardia nazionale che oggi ha 67 anni. Nel processo ai mandanti è imputato in concorso in strage, secondo l’accusa è il quinto uomo che ha partecipato al posizionamento della bomba.
Allora latitante con il nome di Roberto Da Silva, è stato riconosciuto dalla ex moglie nelle immagini girate il 2 agosto in stazione da un turista straniero. La stessa ex moglie in aula ha smontato il suo alibi. Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto d’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti, sono ritenuti mandanti, finanziatori e organizzatori della strage. Davanti alla corte d’Assiste sta emergendo il coinvolgimento di una parte degli apparati dello Stato nell’organizzazione dell’attentato.
I familiari delle vittime non si sono mai arresi. E’ stato anche grazie alla loro determinazione e al lavoro dei loro avvocati che si è arrivati fino a qui, al punto in cui la storia del nostro paese sta per essere riscritta.
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