REGGIO EMILIA – “Col bilancio 2021 riusciamo a fare un po’ di ristorno ai soci. E’ una cosa importante per una cooperativa, storicamente non l’avevamo fatto. L’abbiamo fatto l’anno scorso, probabilmente lo faremo anche quest’anno”.
Gli oltre 1.300 soci, quindi, si preparano al bis. L’azienda sta infatti chiudendo un bilancio con numeri in linea rispetto a quelli record del 2020, annata considerata “storica” dal presidente Marco Pirani, visto il fatturato da oltre 260 milioni, l’utile superiore ai 10 milioni e la cifra di un milione e 400mila euro redistribuita sotto forma di ristorni.
“Ci sono le condizioni per farlo, e questo è un altro elemento di soddisfazione perché rafforzerà il legame con i soci”, ha aggiunto Pirani. Un risultato, quello del 2021, che presenta due facce col primo semestre che ricalca l’andamento dei 12 mesi precedenti e la seconda parte dell’anno condizionata dal fenomeno dei rincari: “Dal raccolto in avanti, si nota l’aumento delle materie prime, il grano, il grano duro, il mais. Ed è cominciata ad aumentare l’energia”.
La mangimistica è il settore cresciuto maggiormente, con un +5%: “Bene anche il mercato dei conferimenti – ha detto Pirani – Quello che ha avuto un po’ più difficoltà è il settore molitorio, che ha subìto gli esiti in parte della pandemia, con la ristorazione ferma, e il mancato boom che c’era stato nel 2020, col famoso accaparramento delle farine, che non si trovavano più”.
Nello scenario del 2022 persiste il problema della corsa dei prezzi, aggravata dal conflitto in Ucraina. “I cerealicoltori si chiedono quali saranno i listini di vendita quando avranno raccolto il loro prodotto. Gli allevatori, poi, quotidianamente fanno i conti coi costi di produzione. Il Parmigiano Reggiano mantiene dei livelli di quotazione interessanti, con spazio per sopportare i costi, ma questi margini si stanno consumando”.
Reggio Emilia Progeo Marco Pirani













