REGGIO EMILIA – “Nessuna ragazza e nessun ragazzo, in Emilia-Romagna, deve più lavorare gratis”. Federico Amico, candidato alle elezioni regionali del 26 gennaio con la lista Emilia Romagna Coraggiosa (che sostiene Stefano Bonaccini) si rivolge alla politica ma anche al mondo del lavoro e dell’istruzione per lanciare un appello: basta con il lavoro giovanile gratuito, una piaga diffusa su tutto il territorio nazionale che potrebbe cambiare segno a partire proprio dalla nostra regione. “Se ti viene richiesto di essere presente ogni giorno su un luogo di lavoro, di imparare alcune attività, di portare avanti alcuni obiettivi e di partecipare con il tuo contributo materiale e intellettuale allo svolgimento dei compiti lavorativi, sei a tutti gli effetti un lavoratore e come tale devi essere trattato”.
Gli obiettivi sono chiari: scrivere una convenzione regionale che estenda le tutele degli stage e dei tirocini extracurricolari anche agli stage curricolari e ai tirocini professionali (o praticantati) e preveda retribuzioni adeguate e crescenti. Occorrono poi più tutele per tutti i giovani lavoratori: rimborso spese per malattia, riconoscimento delle esperienze ai fini pensionistici, retribuzione parametrata a quella del tutor di riferimento. E infine, la creazione della Consulta regionale dei giovani lavoratori come osservatorio permanente per le politiche attive del lavoro giovanile e per il rispetto dei principi di legalità e dignità del lavoro giovanile”.
Da Coraggiosa oggi si registra anche l’intervento della candidata consigliera Elly Schlein, che su quanto sta accadendo a Bibbiano dice: “Detesto questa modalità della destra di dare delle visioni caricaturali e fuorvianti del territorio della nostra regione: succede col Pilastro e con Bibbiano dove le persone sono stanche di essere strumentalizzate perché è una comunità che lavora, che produce e perché sono persone per bene. Poi ci sono stati dei problemi gravi e si devono affrontare. Ma le responsabilità penali sono personali e vanno accertate nel processo. Noi ci siamo su quel territorio ogni giorno e ci saremo anche dopo Salvini perché c’è una domanda di sicurezza a cui vogliamo dare risposte concrete, ma è una domanda di sicurezza sociale. Bisogna occuparsi un po’ meno delle finte emergenze e di più dell’emergenza sociale, climatica e di quella legata alla qualità del lavoro, ascoltando le persone e le esigenze reali dei territori. Su Bibbiano, io penso che se fossero confermati i capi d’accusa sarebbero gravissimi, il processo stabilirà le responsabilità penali che sono personali. Dopodiché, c’è stata una commissione d‘inchiesta con tutte le parti politiche nel consiglio regionale che fortunatamente ha stabilito che non siamo di fronte a una crisi sistemica e che siamo di fronte, invece, a delle gravi anomalie di singoli. Ma perché non parliamo di come evitare questo tipo di situazioni aumentando ad esempio il numero degli assistenti sociali? Ci sono solo sei giudici minorili in tutta la regione e questo non va bene. E perché non investiamo nelle equipe di secondo livello con psicoterapeuti e psicologi che accompagnino il delicatissimo lavoro del giudice che deve decidere su situazioni familiari complesse e a volte tragiche? Ma cosa rimarrà ai cittadini e alle cittadine di Bibbiano di questa campagna elettorale? Perché io penso che sia più importante per loro parlare di un trasporto pubblico adeguato, di come rafforzarlo perché ci sono territori che si sentono tagliati fuori, di come renderlo gratuito fino ai 25 anni, di come contrastare il precariato o il lavoro che si è impoverito anche lì, ovvero: basta strumentalizzazioni, parliamo delle soluzioni”.
Reggio Emilia Federico Amico Elly Schlein elezioni regionali lavoro giovanile