di Federico Amico
Consigliere regionale, Presidente della Commissione per la parità e per i diritti delle persone
REGGIO EMILIA – Le notizie che arrivano dal carcere di Reggio Emilia sono gravissime e preoccupanti e dimostrano come il reato di tortura non sia affatto da rimuovere.
Occorre fare massima chiarezza su quanto accaduto e bene ha fatto la Procura della Repubblica ad aprire il fascicolo di indagine di cui attendiamo con piena fiducia gli sviluppi giudiziari. Le indagini restituiscono speranza nella giustizia anche per chi è ristretto all’interno delle mura carcerarie dove la Costituzione e le leggi del nostro stato sono sovrane.
Quanto accaduto nel carcere di via Settembrini ci ricorda l’importanza fondamentale di tenere aperto in maniera permanente un canale di scambio tra la casa circondariale e la comunità cittadina e per questo risulta centrale l’istituzione del garante comunale dei detenuti. Una figura di cui aspettiamo con urgenza la nomina a circa un anno dall’approvazione del consiglio comunale.
La barbarie e la disumanità dell’aggressione compiuta alla Pulce nel mese di aprile contro un detenuto, rimandano a quegli stati in cui i diritti umani vengono sistematicamente calpestati. Un pestaggio che – se i fatti fossero accertati – getterebbe disonore sul corpo delle guardie giudiziarie e sull’intero sistema carcerario. Non deve accadere mai più nel nostro paese.
Ricorrendo a tutti gli strumenti a nostra disposizione, cercheremo di tenere alta l’attenzione sulla vicenda che presenta ancora diversi punti oscuri.
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