REGGIO EMILIA – Ben 2,4° C in più di temperatura minima, addirittura 4° C in più di temperatura massima: la Terra si scalda, ma anche la nostra città non scherza.
Dal 1960 la temperatura minima è cresciuta in media di 0,4° C ogni 10 anni, quella massima di quasi 0,7° C. L’aumento delle temperature è uno dei fenomeni che hanno caratterizzato gli ultimi 60 anni sotto il profilo ambientale. Un riscaldamento che si è tradotto in ondate di calore sempre più prolungate.
Per fare un esempio, negli anni Sessanta e Settanta i giorni consecutivi con temperatura massima oltre i 33° C erano in media appena 4; dal 1980 in poi sono stati invece 11, con punte di 23. Dati contenuti nella documentazione preparatoria del nuovo Piano Urbanistico Generale della città.
Ma come è cambiato nel tempo il territorio e come si presenta oggi? Dei 231 km quadrati del territorio comunale, la quota urbanizzata è attualmente pari al 29,3%. E’ quella occupata da centri abitati, insediamenti produttivi e commerciali, infrastrutture, ma anche parchi e aree verdi. Il consumo di suolo vero e proprio è attestato al 21%. Dopo il balzo dal 17 al 20,7% tra il 2001 e il 2011, nell’ultimo decennio la quota di suolo consumato è cresciuta solo dello 0,3%.
La percentuale del consumo di suolo corrisponde più o meno – non a caso – alla quota di territorio comunale a permeabilità medio-bassa. Il grosso del territorio – il 67,4% – è invece costituito da terreni agricoli: colture intensive, frutteti e vigneti. La qualità delle acque non è incoraggiante: tra sufficiente e scarsa quella di Rodano e Modolena a sud della città, cattiva quella del Crostolo a nord.
Quanto all’inquinamento atmosferico, nell’ultimo decennio si è registrato un calo modesto per le polveri fini e finissime, più marcato per il biossido d’azoto, mentre i livelli di ozono restano stabili.
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