REGGIO EMILIA – “Dopo l’esito insufficiente di Sharm El Sheik si ragiona del 2050, pochissimi ormai credono che riusciremo a stare dentro un aumento del riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi, la situazione è pesante, gli effetti del cambiamento climatico sono più celeri del previsto”. Così l’ambientalista Walter Ganapini.
Gli esperti sono tutti d’accordo: occorre agire al più presto possibile e spingere sulle innovabili per ridurre le emissioni da combustibili fossili in atmosfera. Se n’è parlato alla parrocchia di Baragalla nell’incontro sulle comunità energetiche, basate sull’installazione di pannelli fotovoltaici che rendono gli edifici autonomi dal punto di vista energetico.
“Oggi come oggi, parlando di fotovoltaico il rientro di un investimento come questo è dell’ordine di qualche anno, pochi anni”, sottolinea il prof. Angelo Tartaglia, ex docente di fisica del Politecnico di Torino.
In una comunità energetica, gli edifici sono in rete e condividono l’energia prodotta dall’impianto. Le complicazioni al momento sono di carattere normativo: “La legge italiana prevede le comunità di energia a questo punto applicando una direttiva europea, ma la conversione in legge dell’ultimo provvedimento è solo parziale – aggiunge Tartaglia – Il provvedimento è stato approvato nel dicembre 2021, dice cose molto interessanti ma mancano ancora i provvedimenti attuativi, sia dell’autorità dell’energia sia del ministro competente”.
Ma la strada sembra essere tracciata. “In tutto il mondo ci sono esperienze molto importanti, Lisbona ha solarizzato tutti gli edifici pubblici, sta facendo cose importantissime, la chiesa a novembre dell’anno scorso disse che ogni parrocchia deve diventare comunità energetica, le parrocchie sono 26 mila in Italia, moltissime sono già in movimento, è fondamentale perché intorno alle parrocchie si ricostruisce anche tessuto sociale”, chiosa Ganapini.
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