REGGIO EMILIA – Transfermarkt, Wikipedia: per i siti internet non è cambiato nulla. Alla voce “Massimiliano Alvini” corrisponde ancora “allenatore Reggiana”. Ma noi sappiamo che non è più così, anche se ufficialmente il suo contratto scadrà il 30 giugno prossimo. Due anni fa scarsi, il 18 giugno 2019, firmava per il granata, la sua grande occasione, ma l’amore sarebbe scoppiato qualche mese dopo, su quel pullman che portava la squadra al Città del Tricolore per il derby col Carpi. Era il 25 settembre, la Reggiana compiva 100 anni, nasceva la storia d’amore tra Max Alvini e Reggio Emilia.
E come nelle storie d’amore che finiscono per decisione di uno solo dei coinvolti, Max Alvini, che dopo alcuni giorni di riflessione nati con l’idea di restare e terminati con la scelta di andare, dice che “è meglio così sia per me sia per la Reggiana”. Lo dice informalmente, per le dichiarazioni ufficiali vuole attendere un attimo. Anche chi compie la scelta deve digerirla per bene.
Torniamo sempre lì, alle storie d’amore, che pure se finiscono lasciano tantissimo da smaltire o anche da non smaltire, nel senso che né Alvini né tantomeno Reggio e i tifosi vorranno dimenticare nulla di questi due anni: uno su tutti, il momento in cui è stata alzata quella coppa che ci ha riportato in serie B, e al netto della retrocessione di quest’anno. Ma si è trattato comunque sempre di passione e di attaccamento. Poi, certo, evidentemente qualcosa è cambiato, ben prima delle ultime due settimane. Ma sembrava che la delusione per com’è andata potesse riaccendere la voglia di rimanere e di riagguantare nuovi traguardi. A rinfocolare la favola ci aveva pensato la società, che aveva chiesto a Max di rimanere.
Sui social network in queste ore è iniziato il lungo saluto sui profili dei gruppi granata cari ai tifosi in cui si ricorda la sua spontaneità, il suo feeling con la città, in cui lo si ringrazia, in cui gli si augura buon viaggio. Nessuno può sapere se definire questo saluto un addio o un arrivederci.
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