SUCCISO (Ventasso, Reggio Emilia) – “E’ un sentiero per escursionisti esperti, insidioso, con molti punti esposti e canaloni, in uno di questi è scivolata la ragazza ed è morta perché ha urtato le tante rocce presenti”. A parlare è Stefano Ovi, presidente del Cai Reggio Emilia.
Valentina Fino, infermiera di 31 anni di Bologna, stava percorrendo insieme al suo fidanzato il sentiero denominato ‘Barbarossa’, sulla parete ovest dell’Alpe di Succiso, nel comune di Ventasso. Improvvisamente la donna è scivolata e precipitata per circa 100 metri in un canalone impervio. Il compagno ha immediatamente chiamato i soccorsi ma per la ragazza, che si era procurata fratture multiple, non c’era più nulla da fare. Difficili anche le operazioni di recupero della salma, ora a disposizione dei famigliari. I carabinieri di Ramiseto stanno eseguendo gli accertamenti. Vedendo i video diffusi sui social dalla coppia la 31enne aveva gli scarponi da trekking ed era a piuttosto esperta.
“L’Alpe di Succiso ha diversi pendii scoscesi, tutto è segnalato e chi imbocca quei sentieri impervi e pericolosi sa dove sta andando”, continua Ovi.
Laureata in scienze infermieristiche Valentina Fino aveva lavorato in Germania, a Bolzano e ultimamente per la Fondazione ANT di Bologna, che la ricorda con affetto. Purtroppo Valentina non è la prima escursionista a perdere la vita in quei luoghi del nostro Appennino. “E’ una montagna costellata di lapidi, due settimane fa la sezione Cai di Scandiano è andata a fare un’escursione in memoria di un socio morto lì. Sse tutte le montagne meritano rispetto questa maggiormente”.
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