NOVELLARA (Reggio Emilia) – Per tre volte, domenica mattina, Marco Boselli, direttore generale di Sabar, è stato messo in allarme perché la più grande discarica della provincia e il centro di trattamento dell’azienda che raccoglie i rifiuti di otto comuni della Bassa reggiana rischiava di finire sott’acqua.
Prima, per la tracimazione del Bondeno, poi per la rottura dell’argine del Canalazzo e quindi per l’esondazione del canale della bonifica, che ancora oggi raccoglie le acque fuoriuscite dal Tassone e che hanno allagato le campagne tra Ponte Forca, Santa Vittoria e San Bernardino. Un danno ambientale ingente evitato davvero per pochissimo. “I ritiri del giorno dopo si sarebbero potuti bloccare completamente – le parole di Boselli – Tendenzialmente, pesiamo dai 150 ai 180 camion al giorno. Il problema più importante sarebbe però stato gestire una discarica completamente bloccata”.
Salvato l’impianto, adesso, per Sabar si prospettano giorni di super lavoro per trattare i rifiuti in arrivo dalle zone alluvionate. Nel 2017, dopo Lentigione furono trattate quasi 2.500 tonnellate di rifiuti. Un impegno straordinario per il quale l’azienda chiede la collaborazione dei cittadini. “Gli 8 comuni della Bassa producono oggi 6mila tonnellate l’anno. Gli elettrodomestici che non si sono riusciti a salvare dovranno essere messi all’esterno delle abitazioni e passerà il servizio di Iren. Chiediamo quindi che il materiale sia selezionato. I grandi elettrodomestici non devono arrivare qui, ma seguire un altro percorso. Attenzione alle bombole, petardi, armi ecc perché il rischio esplosione è molto alto”.
Reggio Emilia Novellara Sabar alluvione reggio emilia










