REGGIO EMILIA – Processo al via in tribunale sull’esondazione dell’Enza che colpì Lentigione di Brescello la notte del 12 dicembre 2017, con un migliaio di persone evacuate e milioni di danni in aziende e abitazioni.
“E’ l’inizio, speriamo, di un percorso di giustizia – le parole di Edmondo Spaggiari, presidente del comitato Cittadini Alluvione Lentigione – Auspichiamo che si arrivi a un traguardo finale vedendoci riconosciuti i danni che abbiamo subìto e le mancanze che ci sono state durante l’alluvione”.
E’ una giornata che in tanti a Brescello, in particolare a Lentigione, stavano aspettando: a più di quattro anni prende il via il dibattimento del processo nato dall’inchiesta avviata dalla procura di Reggio Emilia dopo l’alluvione del 12 dicembre 2017. Sono tre gli imputati per il quale il sostituto procuratore Giacomo Forte ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio: i tre tecnici di Aipo Massimo Valente, Mirella Vergnani e Luca Zilli. L’accusa per loro è di inondazione colposa.
Dopo che l’Enza invase la frazione si contarono tra gli alluvionati più di mille brescellesi. In 150 si sono costituiti parte civile, come parte civile si è costituito il Comune di Brescello. In aula era presente la sindaca Elena Benassi con tanto di fascia tricolore: “Abbiamo subìto, oltre al danno materiale, anche un danno di immagine notevole ma al di la della quantificazione, quello che si vuole è che vengano accertate le responsabilità dell’evento che ha colpito drammaticamente non solo la frazione, ma tutta la comunità”.
L’udienza, davanti al giudice Giovanni Ghini, si è conclusa velocemente. Sono stati ammessi i testimoni e sono stati calendarizzati i prossimi appuntamenti. I tempi del processo non saranno brevi, si tornerà in aula il 29 settembre.
Reggio Emilia Tribunale Reggio Emilia alluvione lentigione processo alluvione lentigione