REGGIO EMILIA – Le alluvioni, le frane, le esondazioni, gli smottamenti e la somma chiesta dalla Regione al Governo per i danni in Romagna e, più marginalmente, in Emilia. “Mi aspettavo che, alla luce di necessità dell’Emilia Romagna presentate per 8,8 miliardi, non si mettesse in dubbio la bontà del dato, anche perché noi abbiamo ricevuto i dati da tutti i comuni”. Così Irene Priolo, vicepresidente della Regione.
Il primo a incrinare i rapporti è stato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, affermando che il Governo non è un bancomat.
Dall’Emilia Romagna era da poco arrivata la stima complessiva delle risorse necessarie a rimettere in piedi i territori colpiti dalle alluvioni. Benzina sul fuoco l’ha gettata poi Galeazzo Bignami, viceministro alle infrastrutture, accusando la Regione di non avere trasmesso all’esecutivo nessun elenco degli interventi da eseguire e di avere chiesto soldi sulla fiducia.
Parole che hanno irritato gli amministratori locali riuniti a Bologna per fare il punto sugli interventi urgenti da pianificare entro l’autunno. “Le nostre rendicontazioni sono veritiere”, è stato detto a più voci, ravvisando il timore che la polemica serva a celare il più negativo degli scenari, ovvero la mancanza di risorse cui poter attingere. Dicendosi preoccupata, la vice presidente Priolo ha ribadito che con anticipo rispetto ai 90 giorni previsti saranno inviati alla Protezione civile nazionale le richieste dettagliate. “Lo anticipiamo di 45 giorni perché noi stiamo già correndo per dare risposte e per non creare equivoci su cose che sono inequivocabili”.
Nella nostra provincia sono 245 gli interventi urgenti per un totale di 48 milioni e 488mila euro di investimenti finalizzati al ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, avviati o da avviare nei prossimi mesi. Di questi, 10 sono già terminati (per oltre 370mila euro), 49 in corso (per 8 milioni 218mila euro), 186 ancora da attivare (per quasi 40 milioni di euro). Il punto l’ha fatto il presidente Giorgio Zanni, che ha citato la frana di Ca’ Lita a Baiso, lunga circa 2,5 chilometri, tra i problemi impellenti. “Servono risorse per programmare la fase successiva all’emergenza, i piccoli comuni della montagna sono sprovvisti delle finanze sufficienti”. Nei giorni scorsi la Provincia aveva comunicato la necessità di 64 milioni di euro.
La “quota” di interventi in capo ai Comuni ammonta complessivamente ad oltre 16milioni 200mila euro: oltre 290mila euro per opere già svolte; quasi 2milioni 900mila euro per attività in corso e oltre 13milioni per lavori da attivare. Importante il valore dell’investimento necessario per risolvere criticità di accesso ai centri abitati: sono previsti 39 interventi sulla viabilità comunale per quasi 3 milioni 200mila euro. Allo stesso fine, se ne aggiungono altri 3 sulle strade provinciali per più di 100mila euro.
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