REGGIO EMILIA – Si può essere vincenti anche se non si vince, si diventa un simbolo anche senza un successo. Nel 1950 le Officine Reggiane lo sono state, sia un simbolo e sia vincenti, con quell’anno intero di lotta operaia contro la decisione di 2.100 licenziamenti. Lo sono state per Reggio e hanno fatto sì che Reggio lo diventasse per l’Italia. “Una Reggio ribelle”, ha detto Valerio Bondi. La Cgil ha fortemente voluto l’allestimento della mostra “Un tocco di classe”, trovando la collaborazione del Comune, di Stu Reggiane e di Spazio Gerra.
Al taglio del nastro era presente il sindaco di Reggio Luca Vecchi, che ha ricordato le scelte fatte dall’amministrazione per la valorizzazione del luogo un tempo occupato dalle officine. Nel capannone 18 della fabbrica fino al 31 ottobre rimarranno visibili i segni e le immagini di quella lotta. E c’era Francesca Re David, fino a dieci giorni fa, prima donna a ricoprire quel ruolo, segretaria generale della Fiom, oggi membro della segreteria nazionale della Cgil.
Non solo immagini, ma anche podcast per dare voce alle fotografie più di quanta non ne abbiano già.
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