REGGIO EMILIA – Oltre 300 dipendenti in più per fronteggiare l’emergenza Covid: il 2020 ha richiesto all’azienda sanitaria reggiana uno sforzo eccezionale di riorganizzazione e ha imposto costi aggiuntivi per l’acquisto di beni e tecnologie sanitarie. Ma il fattore fondamentale è stato proprio il fattore umano. In dodici mesi, il numero dei dipendenti è passato da 6.862 a 7.186, con 214 unità di personale sanitario e 68 tecnici in più. In un anno straordinario sotto ogni punto di vista, il costo del personale per l’Ausl è cresciuto di 14 milioni di euro. Il massiccio reclutamento di personale ha interessato le professioni sanitarie e i medici specializzandi iscritti all’ultimo e al penultimo anno delle scuole di specializzazione.
Gli stipendi per medici, infermieri, tecnici, amministrativi e ricercatori sono parte di un bilancio che nel 2020 è arrivato a sfiorare quota 1,5 miliardi di costi. Il bilancio preventivo prevedeva una perdita autorizzata dalla Regione di quasi 35 milioni. Perdita che in realtà non c’è stata, nonostante l’azienda sanitaria reggiana abbia rendicontato alla struttura commissariale costi supplementari per più di 19 milioni soltanto nel trimestre marzo-maggio 2020. Il bilancio è stato chiuso in pareggio, anzi con un lieve utile, perché all’Ausl di Reggio sono stati assegnati 57 milioni di contributi straordinari, rispetto ai 19 preventivati.
Oltre ai fondi erogati dallo Stato e dalla Regione, la nostra azienda sanitaria ha potuto contare su un flusso di donazioni senza precedenti: quasi 7 milioni di euro versati all’Ausl da cittadini, aziende, associazioni, enti pubblici e fondazioni.
All’Ausl di Reggio Emilia 300 dipendenti in più per fronteggiare il Covid. VIDEO
14 agosto 2021Nell’anno in cui è esplosa l’emergenza, l’azienda sanitaria reggiana è passata da un organico di 6.900 persone a 7.200. Costi complessivi a quota 1,5 miliardi di euro e conti in pareggio grazie a fondi straordinari