REGGIO EMILIA – Giuseppe Conte arriva alla Festa nazionale dell’Unità e, prima del confronto pubblico con Dario Franceschini, si apparta con l’ex ministro della Cultura in uno degli uffici della direzione. L’abbraccio tra i due fotografa bene il clima e di lì a poco l’ingresso tra gli applausi nella sala Nilde Iotti è l’antipasto di un faccia a faccia in cui gli elementi di intesa prevalgono di gran lunga sulle differenze, che pure ci sono.
Cosa avvicina il M5S al Pd? Conte risponde così: “C’è un’istanza sociale fortissima e c’è un’istanza ambientale. Questi due tratti identitari ci collocano naturalmente in un’area progressista”. Pd e 5 Stelle sono stati acerrimi avversari in un’altra stagione politica. Poi, hanno governato insieme tra il 2019 e il 2021 con Conte presidente del Consiglio, salvo riallontanarsi in occasione delle elezioni Politiche del 2022. E oggi?
Franceschini: “Possiamo candidarci a governare il Paese insieme. Devo dare atto a Conte del fatto che portare i 5 Stelle su un percorso di alleanze non è stato semplice e ha richiesto pazienza e tenacia”.
Agnese Pini, direttrice di QN-Resto del Carlino, stimola gli interlocutori sul ruolo del centro ed evoca tra qualche fischio il nome di Calenda, ma Conte disegna una prospettiva basata sui contenuti. “A me interessa un progetto progressista, da riempire di contenuti seri con alleati affidabili”. Questo progetto piacerà agli italiani? “Dobbiamo convincerli che il destino non può essere quello di produrre più armi e tagliare sanità e scuole”.
La serata del leader dei 5 Stelle e di Franceschini finisce con un giro tra i volontari delle cucine che conferma l’impressione che le lacerazioni del passato siano ormai un ricordo.
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